La strada di Cormac McCarthy

La strada, romanzo vincitore del James Tait Black Memorial Prize nel 2006 e del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2007, è al momento l’ultimo romanzo scritto da Cormac McCarthy, già autore, tra gli altri, di Non è un paese per vecchi (da cui l’omonimo film) e della Trilogia della frontiera .

La storia de La strada si svolge in un ipotetico futuro post-apocalittico, ambientazione che riporta alla mente Kenshiro (ma senza arti marziali) per chi è nato negli anni ottanta o The Walking Dead (ma senza zombi) per chi è più giovane.
A parte il riferimento a cartoni e serie tv, va detto che molti romanzieri sono stati affascinati dalla descrizione di un futuro postapocalittico (possiamo citarne tre diversissimi tra loro: Jack London, Stephen King e stesso Stefano Benni), e che, in genere, una caratteristica di questo filone è che la narrazione non dedica molta attenzione a cosa sia successo; ormai è successo, ciò che importa sono le conseguenze, naturalmente tragiche.

Cormac McCarthy segue questo tipo di impostazione, e La strada inizia in medias res, con un uomo e un bambino – sono padre e figlio, e non sapremo mai i loro nomi – che si trascinano già da molto tempo, da anni, sporchi e affamati attraverso un mondo distrutto. Soltanto dopo diverse decine di pagine troviamo, nei pensieri dell’uomo, un ricordo di ciò che è accaduto:

  Gli orologi si fermarono all’una e diciassette. Una lunga lama di luce e poi una serie di scosse profonde. Lui si alzò e andò alla finestra. Cosa c’è?, disse lei. Lui non rispose. Andò in bagno e premette l’interruttore ma la corrente era già andata via. Un debole bagliore rosato alla finestra. Lui si chinò su un ginocchio e alzò la levetta per bloccare lo scarico della vasca e aprì al massimo tutti e due i rubinetti. Lei era ferma sulla porta in camicia da notte, aggrappata allo stipite, una mano a sostenere il pancione. Cosa c’è? Che succede?
  Non lo so. 
  Perché ti fai il bagno?
  Non mi faccio il bagno.

Scosse, luci, esplosioni, incendi. Nel corso del romanzo non sapremo molto di più circa la catastrofe. Ciò a cui McCarthy non smette di dare attenzione è il mondo in cui padre e figlio camminano, e con il suo stile essenziale e preciso ci fa davvero pensare di essere lì. Gli alberi sono morti, il terreno è morto, fiumi e mari non sono più blu, il sole sta in cielo per meno tempo e soprattutto riscalda molto di meno, tutto è ricoperto da un immancabile e inestinguibile strato di cenere. Date le condizioni ambientali è impossibile praticare l’agricoltura o l’allevamento, dunque è impossibile produrre cibo, e ciò fa sì che ogni altro essere umano può trasformarsi in un nemico letale.

Avanzavano strusciando i piedi nella cenere e dondolando le teste incappucciate. Alcuni portavano maschere antigas. Uno aveva una tuta antiradiazioni. Macchiata e lurida. Camminavano ingobbiti con delle mazze in mano, dei pezzi di tubo. Tossivano. Poi sulla strada dietro di loro sentì quello che sembrava un camioncino diesel. Presto, bisbigliò. Presto. Si infilò la pistola alla cintura, afferrò la mano del bambino e trascinò il carrello in mezzo agli alberi, lasciandolo coricato in un punto dove non era facile vederlo. Il bambino era impietrito dalla paura. Lo strinse a sé. Stai tranquillo, disse. Adesso dobbiamo scappare. Non ti voltare. Andiamo.

A mantenere sempre alta la tensione, oltre l’estrema pericolosità della situazione, è il rapporto tra padre e figlio. In un mondo che non esiste più (almeno nel senso che noi conosciamo) sono l’uno il mondo dell’altro. Anzi, con tutte le diversità dipendenti dai rispettivi ruoli, possiamo dire che i due rappresentano a vicenda la salvezza.

  Mi avevi promesso che non l’avresti più fatto, disse il bambino.
  Cosa?
  Lo sai cosa, papà.
  Lui svuoto la tazza nel tegame, presa quella del bambino, travasò un po’ di cioccolata nella propria e gliela restituì.
  Devo tenerti d’occhio tutto il tempo, disse il bambino.
  Lo so.
  Se uno non mantiene le promesse piccole va a finire che non mantiene neanche quelle grandi. Me l’hai detto tu.
  Lo so. Ma vedrai che io le mantengo.

Uno dei motivi per consigliare la lettura de La strada è che la storia, mentre tiene impegnata la mente, colpisce dritto al cuore, e lo fa senza retorica, ma con lo stile ruvido e sincero proprio di Cormac McCarthy.

Nel 2009 è stato prodotto l’adattamento cinematografico del romanzo, con Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee nei ruoli principali.

Da youtube, il trailer ufficiale del film:

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