Monthly Archive: November 2017

A che ora e dove preferiva scrivere Cortázar?

Julio Cortázar, nato a Ixelles nel 1914, oltre a essere considerato tra i fondatori dell’iperromanzo per le caratteristiche del suo Rayuela (di cui abbiamo parlato qui), è autore di una produzione letteraria ampia e variegata. Nel 1977, lo scrittore belga di nascita, naturalizzato francese ma cresciuto a Buenos Aires, ha rilasciato una lunga intervista alla televisione pubblica di una Spagna appena uscita dal franchismo (e nello specifico al giornalista Joaquín Soler Serrano). L’intera intervista (che si può guardare in lingua originale su youtube cliccando qui) viene riportata nel volume L’altro lato delle cose edito da Mimesis, da cui mi fa piacere riportare la domanda, e la conseguente risposta, sulle abitudini di scrittura di Cortázar.   Joaquín Soler Serrano: Scrivi seguendo degli orari prefissati, o scrivi quando hai l’assoluta necessità di farlo? Mi piacerebbe sapere, inoltre, se preferisci scrivere a casa o fuori casa, se riesci a isolarti in un bar o se, invece, hai bisogno del silenzio. A volte hai detto che non sai se sei tu a scrivere i tuoi racconti, o se ti sono dettati da qualche voce misteriosa, che ti fa sentire in uno stato che i francesi chiamano “état second”, che è una sorta di equilibrio tra…
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Le ore di Michael Cunningham

Le ore, romanzo che ha regalato fama mondiale a Michael Cunningham, è la storia di tre donne di tre diverse epoche. Ci sono ancora i fiori da comprare. Clarissa ostenta esasperazione (sebbene ami fare commissioni di questo tipo), lascia Sally a pulire il bagno ed esce, promettendo di ritornare entro mezz’ora.   È la città di New York. È la fine del ventesimo secolo. Clarissa è un’editor newyorkese in procinto di dare una festa in onore dell’amico ed ex amore (ma ha davvero smesso di amarlo?) Richard, che tanti anni prima l’aveva soprannominata signora Dalloway, perché, a suo dire, avrebbe dovuto chiamarsi con il nome di un grande personaggio letterario. La signora Dalloway disse qualcosa (cosa?) e prese i fiori da sola.   È la periferia di Londra. È il 1923.   Virginia si sveglia. Questo potrebbe essere un altro modo di iniziare, certo, con Clarissa che va a fare una commissione un giorno di giugno, al posto dei soldati che marciano per deporre la corona a Whitehall. Ma è l’inizio giusto? È un po’ troppo ordinario? La seconda donna è Virginia Woolf (di cui abbiamo parlato qui), che lavora all’inizio di una delle sue opere più famose, La signora…
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Uomini e topi di John Steinbeck

Capita spesso, nei film e nelle serie ambientate negli Stati Uniti, che un personaggio si appresti a leggere, per obbligo di corso di studi o per piacere personale, Uomini e topi (in originale Of Mice and Men) di John Steinbeck. Il successo dell’opera – da cui sono stati tratti tre film; il più famoso dei quali è probabilmente quello del 1992, che vede John Malkovich e Gary Sinise nei ruoli principali – deriva, oltre che dal talento dell’autore, dai temi trattati. La voce di George si fece più cupa. Ripeteva le parole, cadenzate, come le avesse pronunciate tante volte. «Gente come noi, che lavora nei ranches, è la gente più abbandonata del mondo. Non hanno famiglia. Non sono di nessun paese. Arrivano nel ranch e raccolgono una paga, poi vanno in città e gettano via la paga, e l’indomani sono già in cammino alla ricerca di lavoro e d’un altro ranch. Non hanno niente da pensare per l’indomani». Lennie era felice. «È così, è così. E adesso dimmi com’è per noi». George riprese. «Per noi è diverso. Noi abbiamo un avvenire. Noi abbiamo qualcuno a cui parlare, a cui importa qualcosa di noi. Non ci tocca di sederci all’osteria e gettar via i nostri soldi,…
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