Monthly Archive: May 2017

Come (re)iniziare una sessione di scrittura – un consiglio di Ernest Hemingway

Per un aspirante scrittore, si sa, non è mai facile ritagliare il tempo da dedicare alle proprie opere. Lavoro, famiglia, vari impegni più o meno improrogabili spesso tengono lontani dalla scrivania e dal taccuino. Inoltre può capitare che, una volta trovato questo benedetto tempo, non si riesca a sfruttarlo. Ancora oggi, purtroppo, rimane diffusa la tendenza a guardare con sospetto l’uso della programmazione in un ambito creativo. Di diverso avviso era Ernest Hemingway. Nel suo – incompiuto – Fiesta mobile lo scrittore statunitense, oltre a raccontare il suo rapporto con la città di Parigi e con numerose personalità letterarie, si sofferma su quello con la scrittura. Durante il periodo parigino, pur deciso a mettere da parte l’attività giornalistica per dedicarsi alla narrativa, Hemingway dovette affrontare diverse difficoltà, e rifletté a lungo sul metodo e l’ispirazione. Nel secondo capitolo di Fiesta mobile, Hemingway ci confida come affrontava le difficoltà di far partire un nuovo racconto: cercando la verità e la semplicità, e interrompendo una seduta quotidiana di lavoro sapendo perfettamente da dove riprendere il giorno successivo. A seguire, le parole del celebre autore: […] Lavoravo sempre finché non avevo concluso qualcosa e smettevo sempre quando sapevo quel che sarebbe successo dopo. Così…
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Nel guscio di Ian McEwan – un Amleto nel ventre materno

Trasportare l’Amleto in epoca contemporanea è una pratica che ciclicamente viene ripetuta, ma nessuno – credo – aveva mai messo nei panni del giovane principe un bambino ancora nel grembo materno. Il narratore de Nel guscio di McEwan (di cui abbiamo già suggerito la lettura di Cortesie per gli ospiti) è un nascituro che, dal grembo materno, riesce ad ascoltare il mondo che lo aspetta e, grazie alle informazioni ricevute dai programmi radiofonici di cui è appassionata la madre Trudy, conosce le differenze tra un Sauvignon Blanc e un Èchézeaux Grand Cru, le debolezze delle politiche di welfare e l’Ulisse di Joyce. Ma soprattutto, il nostro sa che ad aspettarlo c’è un futuro drammatico. La madre, infatti, complotta con lo zio Claude per eliminare il marito – e padre del narratore – in modo da ereditare un immobile di grande valore. Il narratore è inorridito dall’efferatezza del piano dei due amanti, tra l’altro a scapito di un uomo buono come John Cairncross, editore amante della poesia, maestro per i suoi autori, innamorato follemente della donna che pianifica la sua morte. Se il protagonista del dramma shakespeariano è bloccato dal suo carattere, dalle riflessioni e dai fantasmi, quello di Nel guscio è fisiologicamente…
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Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar

Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar è, più di altri, un libro che o si ama o non si riesce a leggere fino in fondo. La forma scelta dall’autrice, una lunga epistola indirizzata dall’ormai vecchio e malato imperatore Publio Elio Traiano Adriano al giovane Marco Aurelio, risulta ostica per alcuni lettori; tanti altri, invece, considerano, al pari della critica di settore, prodigioso il modo della scrittrice francese di utilizzare la prima persona mettendosi nei panni dell’imperatore Adriano. Mio caro Marco, Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d’accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d’un uomo che s’inoltra negli anni ed è vicino a morire di un’idropisia del cuore.  Comincia così la lunga lettera di Adriano, che nel ripercorrere la propria carriera militare e politica compie numerose digressioni soffermandosi su ciò che, nel corso della sua vita, lo ha colpito e soprattutto su ciò che ha amato. Tutto quello che ciascuno di noi può…
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Virginia Woolf a un giovane poeta

Oltre a essere autrice di romanzi e racconti, Virginia Woolf (di cui abbiamo parlato suggerendo la lettura de Le ore di Michael Cunningham) ha svolto una fervente attività di critica letteraria, lasciandoci, tra gli altri, il celebre Una stanza tutta per sé. Consigli a un aspirante scrittore, curato da Roberto Bertinetti, raccoglie lettere, riflessioni e articoli della scrittrice britannica. Il libro si divide in tre sezioni: Leggere; Scrivere; Pubblicare. Nella seconda troviamo una lettera al giovane poeta John Lehman. Nel testo, Virginia Woolf si sofferma su vari argomenti legati alla poesia e, in conclusione, parla dell’importanza, per un autore, di cercare la propria maturità artistica e umana prima di pubblicare. La lettera risale al luglio del millenovecentotrentadue, ma la raccomandazione di non avere fretta di giungere a una pubblicazione resta un utile consiglio per ogni aspirante scrittore di oggi:   Sono sicura che quest’ultima cosa è importantissima. (poche righe prima l’autrice consigliava a Lehman di non pubblicare niente prima dei trent’anni) La maggior parte dei difetti nelle poesie che ho letto, credo, si può spiegare con il fatto che sono state esposte alla luce furiosa della pubblicità quando erano ancora troppo giovani per reggerne l’impatto. Le ha ridotte a un’austerità scheletrica, sia…
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La paga del soldato di William Faulkner

Si dice che a portare avanti una trama sia il conflitto, e, il più delle volte, il conflitto nasce da una inefficace comunicazione. La paga del soldato, opera d’esordio di William Faulkner, pubblicato negli Stati Uniti nel 1926, è un romanzo sul ritorno dalla guerra, e soprattutto sulle incomprensioni. Non può comunicare Donald Mahon, giovane aviatore, che sopravvive alla prima guerra mondiale per tornare a casa ferito nel corpo – sfregiato in viso, quasi cieco e con grandi difficoltà motorie – e nella mente – non ricorda nulla né comprende cosa gli succede intorno. Il padre di Donald, il reverendo Mahon, per poca competenza o troppo amore non è in grado di comprendere da subito che il figlio appena tornato non è lo stesso che è partito, e si augura che il matrimonio con la sua promessa sposa Ceciy possa fungere da cura. Ma la ragazza, alla vista delle ferite di Donald, si impressiona tanto da sentirsi male, e nel prosieguo dell’opera cambierà idea più volte sul fatto di sposare o meno il reduce. Per sua fortuna Donald non arriva da solo nel suo paese d’origine, ma è scortato da Joe Gilligan e Margaret Powers, che nell’incipit lo incontrano sul…
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William Cane tra riscoperta della retorica antica e importanza dell’imitazione

William Cane – pseudonimo di Michael Christian – ha insegnato in college e università, pubblicato un best-seller tradotto in diciannove lingue (L’arte di baciare), scritto e diretto spettacoli teatrali rappresentati a Broadway. Nell’introduzione del suo saggio Scrivere come i grandi, edito da Dino Audino, William Cane parte da una considerazione: Quanti aspiranti scrittori, in questo momento, staranno sbattendo la testa sulla tastiera dei loro computer mentre si chiedono: <<Perché non riesco a scrivere come i grandi della letteratura?>> Subito dopo, Cane spiega che i grandi scrittori del passato hanno avuto una formazione diversa da quella che si riceve oggi. Secondo lui, negli ultimi ottant’anni circa, si è trascurata una pratica che invece è stata fondamentale per autori come Faulker, Dickens, Flaubert, Melville e Shakespeare. Quando frequentavo il college, una sera in biblioteca mi sono imbattuto in uno scaffale di libri sulla retorica antica. Ho scoperto che questa materia non veniva insegnata in nessun corso di nessun college; almeno, io non ne ho trovati. Perché mai dovrebbe importarvene, se in fondo la retorica non è che suono ed enfasi, qualità che non dimostrano null’altro se non la capacità di persuasione? Certo, a volte è solo questo, ma è anche molto più che…
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