Monthly Archive: June 2017

Memoria di ragazza di Annie Ernaux

Annie Ernaux, in Memoria di ragazza, racconta due anni della propria giovinezza (dal 1958 al 1960), parlando di sé in terza persona, non per smania di grandezza o per scelta stilistica, ma perché la ragazza che ha vissuto quegli anni, Annie Duchesne (non ancora Ernaux), è ormai tanto lontana che l’autrice fatica a ricostruirne pensieri e sentimenti. A volte mi sembra che a vivere a S sia stata un’altra ragazza […] non io. A S l’autrice si era recata nell’estate proprio del ’58 (Era un’estate senza particolari anomalie metereologiche, quella del ritorno del generale de Gaulle, del franco pesante e di una nuova Repubblica, di Pelé campione del mondo di calcio, di Charly Gaul vincitore del Tour de France e della canzone di Dalida Mon histoire c’est l’histoire d’un amour) per lavorare come educatrice in una colonia. A S arriva senza sapere nulla del mondo. Per lei, abituata a dividersi tra il negozietto dei propri genitori e il liceo delle suore, gli altri educatori, studenti delle scuole pubbliche, sono tanto affascinanti quanto incomprensibili. La ragazza del ’58 è pervasa da desiderio e orgoglio. Desiderio di ciò che non conosce e orgoglio per la propria diversità. Ma, unita alla completa ignoranza…
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Fame di Knut Hamsun

Fame, pubblicato nel 1890, è il romanzo che ha reso famoso Knut Hamsun in ambito internazionale. L’incipit è uno dei più noti di sempre: A quel tempo ero affamato e andavo in giro per Christiania, quella strana città che nessuno lascia senza portarne i segni… Christiania è il vecchio nome – tenuto circa fino agli anni venti del Novecento – della città di Oslo, e il narratore, scopriamo subito, vi si aggira affamato. La sua voce è nervosa, lunatica, spaventata e spaventosa, e nella seconda pagina ci spiega l’origine di tanti stenti: Chi sa, pensavo, se tutte le mie ricerche di lavoro saranno vane? I numerosi rifiuti, le mezze promesse, i no chiari e tondi, le speranze nutrite e deluse, i nuovi tentativi sempre infruttuosi, tutto ciò aveva smorzato il mio coraggio. Per vari motivi, il nostro non riesce a arruolarsi nei pompieri né a ottenere un posto da fattorino o contabile. L’unica sua entrata proviene da qualche articolo che riesce a piazzare presso un giornale, ma più il tempo passa più gli articoli meritevoli di pubblicazione si diradano. Quando poi, grazie a un colpo di fortuna o a un gesto di carità, il narratore riesce a mangiare qualcosa, il…
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Le pazze – Un incontro con le Madri de Plaza de Mayo

Uno dei primi saggi che ho letto è Le pazze. Un incontro con le Madri de Plaza de Mayo della scrittrice bolognese Daniela Padoan. È un saggio a cui mi ha portato la narrativa, perché in ogni romanziere sudamericano ho sempre avvertito l’indignazione e il dolore per la mancanza di libertà causata dalle dittature militari che hanno caratterizzato buona parte del Novecento nell’America Latina. In Argentina, nella lotta per i diritti civili, c’è stato l’impegno straordinario delle Madri de Plaza de Mayo, una associazione formata dalle madri dei desaparecidos, ossia i dissidenti scomparsi durante la dittatura militare tra il 1976 e il 1983. Daniela Padoan ripercorre la storia del Paese e dei suoi abitanti partendo prima del golpe che portò alla presidenza del generale Videla e arrivando al presente. Il libro è la storia di un incontro con cinque delle Madri de Plaza de Mayo – Hebe de Bonafini, Beba Petrini, Cota Fiigelmüller, Juanita Pargament e Marcela Antonia de Ledo – le cui testimonianze trovano spazio tra la ricostruzione storica dell’autrice. È soprattutto un racconto sulla resistenza, più che sulle vittime – come Daniela Padoan scrive nella premessa – la resistenza della vita sulla morte, del dar vita materno sul dar morte…
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Roberto Cavallaro celebra il Bloomsday a Messina

In tutto il mondo il 16 giugno viene celebrato il Bloomsday. La festività rievoca gli eventi dell’Ulisse di James Joyce, che si svolge in una sola giornata, il 16 giugno 1904. La prima edizione del Bloomsday si svolse nel 1950, a Dublino, e da allora in ogni città – particolarmente attive in tal senso Parigi, Trieste e Genova – si eseguono letture pubbliche del capolavoro di Joyce. Quest’anno anche Messina omaggerà l’autore irlandese, grazie all’impegno del libraio Roberto Cavallaro, la cui libreria, tra l’altro, porta il nome proprio di un personaggio dell’Ulisse: Dedalus. Roberto, so che il Bloomsday è celebrato in tantissime città. Per Messina si tratta di una novità? Il Bloomsday è stato celebrato all’inizio a Dublino, poi anche in Italia, soprattutto anche a Trieste. Joyce ha vissuto e insegnato a Trieste, stringendo amicizia con scrittori del calibro di Italo Svevo. Personalmente ho assistito al Bloomsday anche a Parigi; ora, sinceramente non so se a Messina qualcuno abbia mai tentato di importare questo evento, ma non ho mai avvertito un grande entusiasmo intorno all’opera di Joyce. Suppongo che tu abbia un rapporto molto forte con l’Ulisse. Ho letto l’Ulisse a sedici anni. L’amore per l’opera di Joyce nasce dall’essere…
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Marcello Fois: la letteratura è inquietudine

Ho avuto il piacere di ascoltare Marcello Fois durante la presentazione del suo romanzo Luce perfetta. In quell’occasione, l’autore sardo (di cui si possono leggere i consigli di lettura su tredici romanzi gialli qui), partendo dall’opera – ultimo capitolo della trilogia composta da Stirpe e Nel tempo di mezzo – regalò ai presenti un’interessante digressione sul cinema, sull’edilizia, sulla memoria, sullo spazio e sul tempo, e, naturalmente, sulla letteratura. La sua conoscenza della materia letterarie e le sue riflessioni trovano spazio nel Manuale di lettura creativa, edito da Einaudi e diviso in quattro sezioni: Confessioni; Genere; Radici; Ossessioni. Nella prima – tra gli altri argomenti – Marcello Fois riprende Kafka per sottolineare l’importanza dell’inquietudine: La letteratura, dunque – ribadisce fra gli altri Kafka -, dovrebbe prendersi, o meglio riprendersi, il diritto di generare inquietudine. […] La letteratura non è la politica, che dovrebbe trovare un punto di contatto tra posizioni anche distanti, e non è il giornalismo che dovrebbe assoggettarsi alla realtà, anche quando la notizia non è eclatante. La letteratura è, appunto, inquietudine: interruzione dello stato in cui ci troviamo prima di affrontarla. I segnali sono chiari. Uno: se dopo la lettura di un romanzo siamo esattamente come, e…
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La paga del sabato di Beppe Fenoglio

La paga del sabato venne pubblicato nel ’69, cinque anni dopo la morte di Fenoglio. Lo scrittore aveva lavorato al manoscritto tra la fine degli anni quaranta e l’inizio del decennio successivo, confrontandosi, tra gli altri, con Calvino, Vittorini e Natalia Ginzburg, e preferendo poi trasformare alcuni episodi dell’opera in due racconti contenuti nella raccolta I ventitré giorni della città di Alba. Il protagonista de La paga del sabato, Ettore, è un giovane col problema di dover trovarsi un lavoro. Ma la difficoltà di Ettore non dipende – o comunque non solo – da una congiuntura economica sfavorevole; si tratta piuttosto di una condizione esistenziale: Così ce l’hai con me perché non lavoro e non ti porto a casa un po’ di sporchi soldi. Non guadagno, ma mangio, bevo, fumo, e la domenica sera vado a ballare e il lunedì mi compero il giornale dello sport. Per questo ce l’hai con me, perché io senza guadagnarmele voglio tutte le cose che hanno quelli che se le guadagnano. Tu capisci solo questo, il resto no, il resto non lo capisci, non vuoi capirlo, perché è vero ma è contro il tuo interesse. Io non mi trovo in questa vita, e tu…
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Un brindisi all’amore finito – da “Nel guscio” di McEwan

John Cairncross è un personaggio di Nel guscio di McEwan, romanzo di cui abbiamo parlato in un precedente consiglio di lettura  (e abbiamo trattato anche di un’altra opera dell’autore inglese: Cortesie per gli ospiti) . L’opera non tratta il tema degli amori finiti; riprendendo l’Amleto di Shakespeare scava nel complotto, nella cupidigia, nell’inazione. Rispetto ai congiurati, Cairncross, destinato agli scomodi panni del padre del principe, è un personaggio di rottura. Poeta che non ha raggiunto la fama ma conosce l’arte di comporre versi tanto da insegnarla e soprattutto farla amare, editore sull’orlo del fallimento che ha valorizzato tanti autori poi passati a concorrenti più ricchi e potenti, è un uomo che ha dedicato la vita al bello piuttosto che al risultato economico. Nel corso della storia, John dedica un brindisi a un argomento su cui tutti, prima o poi, ci siamo trovati a riflettere: l’amore finito. Senza aggiungere commenti, ecco le sue parole: – Trudy, Claude, Elodie, forse sarò breve e forse no. Che cosa importa? Voglio dire una cosa. Quando un amore finisce e un matrimonio è a pezzi, la prima vittima è la memoria sincera, l’onesta, imparziale rievocazione del passato. Troppo scomodo, troppo in conflitto con il momento presente….
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