Monthly Archive: March 2017

Triste, solitario y final – la genialità di Osvaldo Soriano

Il romanzo d’esordio di Osvaldo Soriano, Triste, solitario y final, inizia col vecchio Stan Laurel che scende dal tassí nell’Hollywood Boulevard per raggiungere l’ufficio di Philip Marlowe, il famoso investigatore privato creato da Raymond Chandler e interpretato sul grande schermo, tra gli altri, da Humphrey Bogart, Robert Mitchum e Elliot Gould, resuscitato per l’occasione da Soriano. Il primo incontro tra i due non va benissimo, tanto che Stan Laurel arriva a dire:   – Non ho bisogno di consigli. So come accogliere la morte. Ho settantacinque anni, ho girato il mondo, mi sono sposato otto volte, parecchie delle quali con la donna che adesso sta al mio fianco. Non m’importa di morire. Non sono venuto qui per litigare con un detective impertinente che non tiene neppure il suo ufficio pulito. Sono venuto a ingaggiarla. Non si offenda, Marlowe, ma lei è uno stupido. Coi suoi modi, non la prenderanno a lavorare nemmeno per tener d’occhio il cane di un pezzo grosso. E la cosa peggiore è che ormai è un po’ troppo grandino per cambiare. Eppure Laurel e Marlowe si vedranno di nuovo, e stavolta l’attore spiegherà perché ha bisogno di un investigatore: – Voglio sapere perché nessuno mi offre…
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Reading & Chocolate – Letture su egoismo e altruismo, collaborazione e condivisione

Difficile immaginare tre autori più diversi l’uno dall’altro di quanto lo siano i tre al centro dell’evento Reading & Chocolate, e cioè Ernest Hemingway, Luis Sepulveda e Franco Di Mare. Diversi per nazionalità, periodo storico, stile, riscontro di critica; eppure qualcosa in comune tra loro esiste. Tutti e tre sono stati cronisti, tutti e tre hanno rischiato la vita alla ricerca di storie da raccontare, tutti e tre hanno dedicato grande attenzione a come l’essere umano vive il rapporto coi propri simili. Proprio per questo, domenica 26 marzo, presso il GarHub 114 a Messina, la lettura di tre brani tratti dalle loro opere ci darà occasione di parlare di collaborazione e condivisione. Aprirà il reading Dopo la tempesta, incluso nella raccolta I quarantanove racconti, in cui Hemingway (di cui abbiamo citato un consiglio su come (re)iniziare una sessione di scrittura) ci descrive un contesto duro e violento, in cui un disastro navale, più che colpire i protagonisti per la sua tragicità, si rivela essere un’opportunità di guadagno: Tirarono fuori la cassaforte con la dinamite. Nessuno ha mai saputo quanto fecero. La nave era carica d’oro e i greci se lo presero tutto. La spogliarono completamente. Io, che l’avevo trovata, non rimediai nemmeno…
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Le Lezioni americane di Italo Calvino

Per sottolineare la duttilità delle Lezioni americane di Italo Calvino basti dire che quando, qualche anno fa, a Giovanni Trapattoni, uomo di sport, venne chiesto di tenere un discorso per dei dirigenti delle poste svizzere e tedesche sul peso della parola, l’allenatore utilizzò, per prepararsi, proprio l’opera in questione. Il libro nasce dall’invito, da parte dell’Università di Harvard, riguardante un ciclo di sei lezioni. Al momento della morte, Calvino (di cui abbiamo suggerito la lettura di Se una notte d’inverno un viaggiatore qui) aveva completato la stesura di cinque lezioni e raccolto materiale per la sesta. I temi delle sei lezioni americane di Italo Calvino sono: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, iniziare e finire (il titolo originale della sesta lezione sarebbe stato Consistency). Nel trattare ogni argomento, Calvino usa fonti nobili e popolari, citando Dante e Leopardi insieme a proverbi e leggende di determinate aree geografiche. Fra tutte le lezioni, quella più citata, quella che è entrata maggiormente nell’immaginario collettivo è la prima, dedicata alla leggerezza, ma per invogliare alla lettura di questo volume preferisco riportare una parte della lezione dedicata all’esattezza. Cercherò prima di tutto di definire il mio tema. Esattezza vuol dire per me soprattutto tre cose: 1) un disegno dell’opera…
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Cortesie per gli ospiti di Ian McEwan

Molto prima di essere il titolo di un programma televisivo di intrattenimento, Cortesie per gli ospiti è un romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan pubblicato nel 1983. A dare forza all’opera è l’ambientazione, una città di mare in Italia (facile riconoscervi Venezia), quasi sempre cupa, rischiarata dal sole in pochissimi momenti antecedenti i picchi della tensione, e soprattutto la capacità di McEwan di scavare nei conflitti interni e esterni dei personaggi. Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d’acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo. Al mattino i barconi rugginosi e butterati, senza alcun carico o mezzo di propulsione visibile, non c’erano più; ricomparivano sul finire della giornata, e gli uomini dell’equipaggio si mettevano inspiegabilmente all’opera con martello e scalpello. Era allora, nel caldo rannuvolato del tardo pomeriggio, che i clienti cominciavano ad affluire sul pontone per mangiare un gelato seduti ai tavolini di metallo, e anche le loro voci riempivano l’oscurità della stanza, sollevandosi e abbassandosi in ondate di allegria e discordia, sommergendo i brevi silenzi tra un penetrante colpo di martello e l’altro.   Si…
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Tre consigli di Bernard Malamud

Bernard Malamud (1914-1986) è stato autore di racconti e romanzi (tra cui Il migliore, portato sul grande schermo nel 1984 con Robert Redford nei panni del protagonista, e Il commesso) e insegnante di scrittura creativa. Dalle sue lezioni, dai suoi saggi e dalle sue interviste Francesco Longo ha estrapolato per minimum fax una serie di riflessioni sulla letteratura raccolte nel volume Per me non esiste altro – la lettura come dono, lezioni di scrittura. Questa raccolta dovrebbe essere letta (e riletta, e riletta) da ogni aspirante scrittore. Di conseguenza, ho scelto di proporre tre frammenti; il primo riguarda l’importanza della riservatezza: Uno scrittore non dovrebbe mai svelare i segreti del suo lavoro, soprattutto quando è ancora in attività. O almeno, a me dà fastidio raccontarli. La scrittura è una cosa così fragile, ed è strettamente legata alla capacità di continuare a mantenere vive le illusioni. Hemingway non parlava mai delle sue storie, perché se ne parli le racconti e si dissolvono. Successivamente Malamud rivolge la propria attenzione all’onesta: Forse lo strumento di base per determinare l’ampiezza e la qualità del talento è capire quanto può essere onesto uno scrittore. Alcuni uomini e donne raggiungono un’onestà vera. La chiave potrebbe essere…
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Edward Bunker tra galera, romanzi e Tarantino

Capita spesso che uno scrittore ringrazi la narrativa per avergli salvato la vita, ma difficilmente può essere più vero che nel caso di Edward Bunker. Bunker, nato in California nel dicembre del ’33 (e concepito, come lui stesso racconta, durante il terremoto dello stesso anno) non era un finto bad boy costruito ad arte per vendere. Bunker la prigione l’ha vissuta davvero, stabilendo il record di essere il primo diciassettenne detenuto nel famoso carcere di San Quintino, dove conosce Danny Trejo, oggi famoso attore caratterista di film hollywoodiani e pellicole indipendenti. Sia durante i periodi di detenzione, che durante quelli all’esterno, Bunker ha portato a termine diversi manoscritti, spedendoli a vari editori e ricevendo numerosi rifiuti. Alcuni di questi, però, erano accompagnati da suggerimenti e soprattutto dall’invito a continuare. Edward Bunker ha perseverato, ha riflettuto sui punti di forza e di debolezza della propria scrittura, ha finalmente pubblicato Cane mangia cane nel ’73. La vera svolta, per lui, è stata l’acquisto dei diritti cinematografici proprio di Cane mangia cane da parte di Dustin Hoffman (il film è poi uscito nel ’78 col titolo di Vigilato speciale). Finalmente fuori di galera, Bunker ha la possibilità di mantenersi scrivendo. Pubblica cinque romanzi,…
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I tanti inizi di Se una notte d’inverno un viaggiatore

Ci sono lettori, e scrittori, interessati solo da come una narrazione finisce; e ce ne sono altri affascinati soprattutto da come comincia, dall’incipit. Chi fa parte di questa seconda categoria non potrà non amare (se non ama di già) Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino (di cui abbiamo visto Le lezioni americane qui). Protagonista della vicenda narrata nella cornice è il Lettore, che potrebbe essere chiunque di noi, in procinto di iniziare a leggere il romanzo che ha appena acquistato. Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: <<No, non voglio vedere la televisione!>> Alza la voce, se no non ti sentono: <<Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!>> Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: <<Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!>> O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Di lì a poco ecco che il Lettore (e noi lettori con…
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