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Scrivere di scrittori – Paul Auster e La stanza chiusa

Nel suo romanzo breve La stanza chiusa, Paul Auster ci racconta, tra le altre cose, di uno scrittore immaginario e delle sue opere, naturalmente fittizie. È una dinamica con cui è difficile confrontarsi, perché porta con sé il rischio di esprimersi per luoghi comuni, senza riuscire a convincere il lettore, senza farlo sentire davvero dentro la storia. Paul Auster, però, in questa dinamica si muove a meraviglia, avendo spesso scritto di scrittori (anche il protagonista di Follie di Brooklyn, Nathan Glass, è alle prese con la scrittura di un libro) in modo convincente. La stanza chiusa, che compone insieme a Città di vetro e Fantasmi la Trilogia di New York, inizia con la ricezione, da parte del narratore, di una lettera inviata da Sophie, moglie del suo amico Fanshawe. Per il narratore, Fanshawe non è solo un buon amico di gioventù perso poi di vista per i casi della vita, è molto di più. I due sono cresciuti insieme, inseparabili, e per il narratore l’altro era un vero e proprio mito, con tutti i tentativi di imitazione e i conflitti che ne seguono. Adesso Fanshawe è scomparso, e la moglie chiede aiuto al narratore, ma non per ritrovarlo:  Uno giorno,…
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Limonov di Emmanuel Carrère

Il sito ufficiale della casa editrice Adelphi, nella pagina dedicata a Limonov di Emmanuel Carrère, indica, sotto la voce temi: Biografie, Reportage, Letteratura Francese. Wikipedia, invece, nella voce relativa all’opera la definisce un romanzo. Non è facile, del resto, trovare una definizione quando si ha a che fare con Carrère, di cui abbiamo già visto il cambiamento di stile tra La settimana bianca e L’avversario. Proprio con L’avversario, l’autore francese iniziò a raccontare in modo tale da dare un taglio unico alle sue opere, e questo rende anche Limonov una biografia molto diversa dall’ordinario. Se il protagonista è naturalmente Eduard Limonov, poeta e politico (e molto altro) russo, Emmanuel Carrère ne parla con la sua tipica prima persona, trovando con forza posto dentro la storia sebbene abbia incontrato Limonov in poche occasioni. Nell’introduzione al testo possiamo leggere: Eduard Limonov non è un personaggio inventato. E se Emmanuel Carrère (nato a Parigi nel 1957 da una famiglia di origini russe, e considerato oggi il più brillante degli scrittori della sua generazione) ha deciso di raccontarne le avventure – alla lettera, straordinarie, e di sicuro irresistibili, ma anche scandalose, sordide, patetiche – è perché pensava <<che la sua vita romanzesca e spericolata…
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L’eroe dei due mari di Giuliano Pavone

L’eroe dei due mari richiama dinamiche note agli appassionati di sport: in estate, si sa, impazza il calciomercato, e migliaia di tifosi sognano che la squadra del proprio cuore riesca a accaparrarsi le prestazioni del nuovo astro nascente del panorama calcistico. Si sa anche che molte delle voci che girano, e che vengono anche condivise da emittenti più o meno autorevoli, sono create a tavolino per diverse finalità, non ultima catturare l’attenzione degli appassionati. Alcuni trasferimenti (ovviamente i più difficili da realizzare) risultano ai tifosi particolarmente affascinanti. Cosa succederebbe se Messi o Cristiano Ronaldo scegliessero di giocare per una piccola squadra? Parte da questo What if il romanzo d’esordio del giornalista Giuliano Pavone, L’eroe dei due mari, diventato caso letterario anche prima della sua pubblicazione, avvenuta nell’autunno del 2010. La storia inizia in estate. Luìs Cristaldi è un attaccante brasiliano, già vincitore del pallone d’oro, che gioca nell’Inter. Il Taranto, invece, ha mancato la promozione in serie B, e di conseguenza è costretto a un’altra stagione in C, per la frustrazione dei suoi tifosi che non riescono a trovare nemmeno nel calcio una distrazione dai propri problemi. Ma ecco la notizia che stupisce tutto il mondo calcistico e dà il via…
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A proposito di incipit – Come inizia Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi

Esistono varie definizioni, più o meno elaborate, esaustive e argute, di cosa è, come funzione e come dovrebbe essere scritto l’incipit di un romanzo. Personalmente, preferisco quella che considera l’incipit come una sorta di promessa: l’autore, attraverso le prime righe dell’opera, propone al lettore un patto relativo alla lettura della storia anticipandogli di cosa, e soprattutto come, racconterà. Per questo, in libreria, sono più portato a leggere l’inizio di un romanzo piuttosto che la quarta di copertina. Questa sezione del sito si ripropone di realizzare la stessa dinamica. A differenza dei consigli della sezione Letture, in cui si trattano le sensazioni che un romanzo può suscitare e gli spunti di riflessione che può suggerire, qua, fatta eccezione per alcune basilari informazioni sull’opera di turno, si permette al lettore di gustarsi interamente il patto che lo scrittore ha voluto proporgli. Dopo Moby Dick, Una storia tra due città e Cent’anni di solitudine, è la volta di Sostiene Pereira.  Sostiene Pereira, opera più famosa del pisano Antonio Tabucchi, vanta ventidue traduzioni all’estero, il Premio Campiello, il Premio Viareggio-Repaci e il Prix Européen Jean Monnet. Dopo aver avuto l’idea nell’estate del 1992, Tabucchi scrisse il romanzo l’estate seguente, in due mesi, lavorando ogni…
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Super-Cannes di J.G. Ballard

Super-Cannes di J.G. Ballard dovrebbe essere presente sul comodino di ogni lettore che ama la creazione della suspense tramite un coinvolgente what if? Come sarebbe la nostra vita se avessimo la possibilità di abitare in un luogo incantevole, altamente tecnologico, insieme all’elité della finanza, dell’economia e della scienza? La risposta può sembrare ovvia, ma naturalmente Super-Cannes di J.G. Ballard ci porterà in una direzione inattesa. In precedenza abbiamo parlato di un’altra opera dello scrittore britannico, Il condominio, e le due opere, pur passandosi esattamente venticinque anni (risale al 1975 Il condominio, mentre Super-Cannes è stato pubblicato nel 2000) presentano una dinamica simile: all’inizio della narrazione un luogo ci appare come un paradiso, non solo da un punto di vista estetico ma anche esistenziale, mentre andando avanti con la lettura ci saranno mostrare tutte le sue ombre. Ballard è un maestro nel creare la suspense rilasciando gradualmente le informazioni, ma nel caso di Super-Cannes già nell’incipit troviamo un’anticipazione che ci fa intuire la tragicità della vicenda. La prima persona che incontrai a Eden-Olympia fu uno psichiatra, e forse il fatto che sia stato proprio uno specialista in malattie mentali a farmi da guida in questa “città intelligente” sulle colline sopra Cannes…
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La definizione di storytelling secondo Alessandro Baricco

<<Storytelling è una parola diventata antipatica alla gente>> dice Alessandro Baricco (di cui in passato abbiamo suggerito la lettura di Mr Gwyn) durante una delle Mantova Lectures, <<perché è usata troppo spesso. Perfino quando si ristruttura un negozio, o si parla di relazioni sentimentali, ecco che viene fuori il termine storytelling, eppure in realtà in molti non sanno esattamente di cosa si tratti>>. Le Mantova Lectures, messe in scena per la prima volta nel settembre del 2016 durante la XX edizione di Festivaletteratura, sono definite dallo stesso Baricco non delle vere lezioni, ma tre percorsi della mente, dedicate alla verità, alla narrazione e alla felicità. Il percorso sulla narrazione inizia da Alessandro Magno, di cui Baricco racconta il sogno di conquistare l’Impero persiano. Partendo dal modo di comunicare del conquistatore macedone, dal modo di trasmettere, coi propri discorsi e i propri gesti, qualcosa che andava ben oltre il bisogno di motivare e coinvolgere i soldati, Baricco arriva a parlare, appunto, di storytelling. Dopo le considerazioni iniziali su quanto oggi il termine sia usato – in maniera non sempre appropriata – lo scrittore torinese fornisce la definizione di storytelling studiata insieme ai suoi collaboratori della Scuola Holden (avendo comunque sottolineato che la…
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Il mio anno preferito – raccolta a cura di Nick Hornby

il mio anno preferito

Il consiglio di lettura de Il mio anno preferito tiene conto sia del valore dell’opera, naturalmente, che di un altro fattore. Con l’avvicinarsi dei mondiali di calcio (qui avevamo parlato di un’altra lettura inerente), lo storytelling sportivo sta aumentando in maniera esponenziale la propria offerta. Ogni giorno ci vengono proposti documentari, servizi e articoli che, pur avendo titoli diversi, raccontano varie storie mondiali, spaziando dalla partita del secolo (la famosissima Italia-Germania 4 a 3, che ispira anche l’omonimo film di Andrea Barzini, che in realtà parla più degli anni 70 nel nostro Paese che della partita), alla Mano de Dios di Maradona contro gli inglesi, al malore di Ronaldo alla vigilia della finale del ’98. Questo entusiasmo sportivo, o meglio calciofilo, mi spinge a un consiglio di lettura che sposa l’argomento ma va in una direzione diversa: Il mio anno preferito a cura di Nick Hornby. Il mio anno preferito è una raccolta di tredici racconti a sfondo calcistico, ad opera di altrettanti scrittori britannici appassionati di calcio, che hanno scelto di raccontare, come si evince dal titolo, il proprio anno preferito tra le stagioni che hanno vissuto da tifosi. Proprio per questo andiamo in una direzione diversa rispetto alle storie mondiali che…
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Un personaggio come simbolo – Charlie in Follia di Patrick McGrath

Premessa: lo scritto che segue svela buona parte del finale di Follia di Patrick McGrath, di cui trovate il consiglio di lettura qui. In quasi tutti i manuali di scrittura creativa leggiamo che un personaggio non dinamico, che non si muove, non si evolve, non è un personaggio utile. Come qualsiasi concetto, anche questo ha un’eccezione. Nella narrativa possiamo trovare, infatti, personaggi che, pur non compiendo azioni, pur essendo inerti, svolgono un ruolo importante nella trama; basti pensare a romanzi, film e opere teatrali in cui un personaggio pesa per la sua assenza, e la sua attesa muove le redini della suspense. In Follia, di Patrick McGrath, troviamo un esempio di personaggio che esercita un ruolo importante sugli altri: Charlie. Va detto subito che Charlie non è un personaggio del tutto assente, al contrario compare spesso nel romanzo e compie varie azioni, però, a mio avviso, più che per scelta le compie perché è costretto a compierle (si potrebbe discutere se dal destino, dagli altri personaggi o dalla trama, a seconda dei punti di vista, ma non è questo il punto), e potremmo anche considerarlo un simbolo. Per capire meglio, servono alcune indicazioni sulla trama: Follia è la storia dell’ossessione…
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Il calcio mundial di Enzo Bearzot

il calcio mundial di Enzo Bearzot

Nella sezione letture di questo sito, suggerisco romanzi – e, più raramente, saggi – che mi hanno colpito, che ho amato, e che penso possano costituire una lettura sia piacevole che stimolante. Ogni libro che ho consigliato finora è stato letto, o riletto, poco prima di scrivere l’articolo a esso dedicato. Finora, appunto, perché il pezzo di oggi costituisce un’eccezione. Innanzitutto, è la prima volta che scrivo di un saggio sportivo. In passato ho consigliato la lettura de L’arte di vivere in difesa, di Chad Harbach, ma per quanto lo sport sia importante in quella storia, siamo nel campo della narrativa. Altra differenza: è vero che ho letto con molta attenzione Il calcio mundial di Enzo Bearzot, ma più di vent’anni fa, e da allora non ho più avuto l’occasione di riprenderlo in mano. Per di più il libro, uscito nell’86, oggi è introvabile, e per quanto diversi passaggi siano ancora vivi nella mia mente, non sono in grado di dire di quante sezioni sia composto il testo né quali siano esattamente tutti gli argomenti trattati. Facciamo un salto indietro. È fatto notorio che la nazionale italiana non prenderà parte, non essendo riuscita a qualificarsi, alla ventunesima edizione dei mondiali…
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Lo scrittore è un testimone, non un giudice – dalle lettere di Čechov

Tali sono la fama e il consenso che circondano Anton Čechov che quasi ogni scrittore (soprattutto di racconti) del XX secolo capace di farsi apprezzare dalla critica ha dovuto subire la gravosa (e spesso disattesa) definizione di figlio di Čechov o erede di Čechov. Sarebbe impossibile, del resto, compilare una lista esaustiva di tutti gli autori – Raymond Carver forse il più famoso – che hanno considerato o tutt’oggi considerano Čechov come principale maestro. Il suo epistolario, i suoi diari di viaggio, gli appunti sulle inchieste formano un vero e proprio manuale di scrittura creativa. Molto interessante, in tal senso, la raccolta Né per fama, né per denaro edita da BEAT. Al centro del testo c’è l’esperienza vissuta dallo scrittore sull’isola di Sachalin, che Čechov ha raggiunto, attraversando la Siberia, all’età di trent’anni, per verificare le condizioni di vita dei detenuti e delle loro famiglie. Effettuare quell’inchiesta ha tanto segnato l’autore russo da fargli poi dire: <<O il viaggio mi ha maturato o sono impazzito>>. Oltre ad arricchirci dal punto di vista della conoscenza storica, le sue considerazioni sul lavoro svolto presso l’isola di Sachalin possono insegnare tanto su come, anche oggi, si debba raccogliere materiale per un reportage. Nelle altre…
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