Monthly Archive: June 2018

La definizione di storytelling secondo Alessandro Baricco

<<Storytelling è una parola diventata antipatica alla gente>> dice Alessandro Baricco (di cui in passato abbiamo suggerito la lettura di Mr Gwyn) durante una delle Mantova Lectures, <<perché è usata troppo spesso. Perfino quando si ristruttura un negozio, o si parla di relazioni sentimentali, ecco che viene fuori il termine storytelling, eppure in realtà in molti non sanno esattamente di cosa si tratti>>. Le Mantova Lectures, messe in scena per la prima volta nel settembre del 2016 durante la XX edizione di Festivaletteratura, sono definite dallo stesso Baricco non delle vere lezioni, ma tre percorsi della mente, dedicate alla verità, alla narrazione e alla felicità. Il percorso sulla narrazione inizia da Alessandro Magno, di cui Baricco racconta il sogno di conquistare l’Impero persiano. Partendo dal modo di comunicare del conquistatore macedone, dal modo di trasmettere, coi propri discorsi e i propri gesti, qualcosa che andava ben oltre il bisogno di motivare e coinvolgere i soldati, Baricco arriva a parlare, appunto, di storytelling. Dopo le considerazioni iniziali su quanto oggi il termine sia usato – in maniera non sempre appropriata – lo scrittore torinese fornisce la definizione di storytelling studiata insieme ai suoi collaboratori della Scuola Holden (avendo comunque sottolineato che la…
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Il mio anno preferito – raccolta a cura di Nick Hornby

il mio anno preferito

Il consiglio di lettura de Il mio anno preferito tiene conto sia del valore dell’opera, naturalmente, che di un altro fattore. Con l’avvicinarsi dei mondiali di calcio (qui avevamo parlato di un’altra lettura inerente), lo storytelling sportivo sta aumentando in maniera esponenziale la propria offerta. Ogni giorno ci vengono proposti documentari, servizi e articoli che, pur avendo titoli diversi, raccontano varie storie mondiali, spaziando dalla partita del secolo (la famosissima Italia-Germania 4 a 3, che ispira anche l’omonimo film di Andrea Barzini, che in realtà parla più degli anni 70 nel nostro Paese che della partita), alla Mano de Dios di Maradona contro gli inglesi, al malore di Ronaldo alla vigilia della finale del ’98. Questo entusiasmo sportivo, o meglio calciofilo, mi spinge a un consiglio di lettura che sposa l’argomento ma va in una direzione diversa: Il mio anno preferito a cura di Nick Hornby. Il mio anno preferito è una raccolta di tredici racconti a sfondo calcistico, ad opera di altrettanti scrittori britannici appassionati di calcio, che hanno scelto di raccontare, come si evince dal titolo, il proprio anno preferito tra le stagioni che hanno vissuto da tifosi. Proprio per questo andiamo in una direzione diversa rispetto alle storie mondiali che…
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Un personaggio come simbolo – Charlie in Follia di Patrick McGrath

Premessa: lo scritto che segue svela buona parte del finale di Follia di Patrick McGrath, di cui trovate il consiglio di lettura qui. In quasi tutti i manuali di scrittura creativa leggiamo che un personaggio non dinamico, che non si muove, non si evolve, non è un personaggio utile. Come qualsiasi concetto, anche questo ha un’eccezione. Nella narrativa possiamo trovare, infatti, personaggi che, pur non compiendo azioni, pur essendo inerti, svolgono un ruolo importante nella trama; basti pensare a romanzi, film e opere teatrali in cui un personaggio pesa per la sua assenza, e la sua attesa muove le redini della suspense. In Follia, di Patrick McGrath, troviamo un esempio di personaggio che esercita un ruolo importante sugli altri: Charlie. Va detto subito che Charlie non è un personaggio del tutto assente, al contrario compare spesso nel romanzo e compie varie azioni, però, a mio avviso, più che per scelta le compie perché è costretto a compierle (si potrebbe discutere se dal destino, dagli altri personaggi o dalla trama, a seconda dei punti di vista, ma non è questo il punto), e potremmo anche considerarlo un simbolo. Per capire meglio, servono alcune indicazioni sulla trama: Follia è la storia dell’ossessione…
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