Tag Archive: Incipit

A proposito di incipit – Come inizia Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi

Esistono varie definizioni, più o meno elaborate, esaustive e argute, di cosa è, come funzione e come dovrebbe essere scritto l’incipit di un romanzo. Personalmente, preferisco quella che considera l’incipit come una sorta di promessa: l’autore, attraverso le prime righe dell’opera, propone al lettore un patto relativo alla lettura della storia anticipandogli di cosa, e soprattutto come, racconterà. Per questo, in libreria, sono più portato a leggere l’inizio di un romanzo piuttosto che la quarta di copertina. Questa sezione del sito si ripropone di realizzare la stessa dinamica. A differenza dei consigli della sezione Letture, in cui si trattano le sensazioni che un romanzo può suscitare e gli spunti di riflessione che può suggerire, qua, fatta eccezione per alcune basilari informazioni sull’opera di turno, si permette al lettore di gustarsi interamente il patto che lo scrittore ha voluto proporgli. Dopo Moby Dick, Una storia tra due città e Cent’anni di solitudine, è la volta di Sostiene Pereira.  Sostiene Pereira, opera più famosa del pisano Antonio Tabucchi, vanta ventidue traduzioni all’estero, il Premio Campiello, il Premio Viareggio-Repaci e il Prix Européen Jean Monnet. Dopo aver avuto l’idea nell’estate del 1992, Tabucchi scrisse il romanzo l’estate seguente, in due mesi, lavorando ogni…
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A proposito di incipit – Come inizia Cent’anni di solitudine

Si potrebbero descrivere i lettori in due gruppi: quelli che scelgono cosa leggere in base all’immagine di copertina, al titolo o alla sinossi, e quelli che in libreria non possono fare a meno di aprire il volume che hanno tra le mani per leggere il primo periodo o la prima pagina. Agli appartenenti al secondo gruppo non interessa tanto sapere di cosa parla l’autore, quanto come parla. Vogliono assaporarne la voce, perché, se lo sceglieranno, procederanno insieme per un percorso di qualche centinaio di pagine. Esistono incipit così famosi da essere noti anche a chi non ha letto la relativa opera, come per esempio: Chiamatemi Ismaele (da Moby Dick); Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera (dalla Recherche di Proust, ripreso da Sergio Leone in C’era una volta in America); Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo (da Anna Karenina). Dell’importanza dell’inizio di una storia ha trattato Italo Calvino nelle sue Lezioni americane (vedi link) (nell’appendice intitolata Cominciare e finire; molto famoso è il suo discorso sul momento del distacco dalla molteplicità dei possibili). In realtà praticamente ogni autore (da Flaubert a Raymond Carver, da Čechov a Jack London)…
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A proposito di incipit – come inizia Una storia tra due città

Si potrebbero descrivere i lettori in due gruppi: quelli che scelgono cosa leggere in base all’immagine di copertina, al titolo o alla sinossi, e quelli che in libreria non possono fare a meno di aprire il volume che hanno tra le mani per leggere il primo periodo o la prima pagina. Agli appartenenti al secondo gruppo non interessa tanto sapere di cosa parla l’autore, quanto come parla. Vogliono assaporarne la voce, perché, se lo sceglieranno, procederanno insieme per un percorso di qualche centinaio di pagine. Esistono incipit così famosi da essere noti anche a chi non ha letto la relativa opera, come per esempio: Chiamatemi Ismaele (da Moby Dick); Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera (dalla Recherche di Proust, ripreso da Sergio Leone in C’era una volta in America); Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo (da Anna Karenina). Dell’importanza dell’inizio di una storia ha trattato Italo Calvino nelle sue Lezioni americane (vedi qui) (nell’appendice intitolata Cominciare e finire; molto famoso è il suo discorso sul momento del distacco dalla molteplicità dei possibili). In realtà praticamente ogni autore (da Flaubert a Raymond Carver, da Čechov a Jack London)…
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