Tag Archive: scrittori

Scrivere di scrittori – Paul Auster e La stanza chiusa

Nel suo romanzo breve La stanza chiusa, Paul Auster ci racconta, tra le altre cose, di uno scrittore immaginario e delle sue opere, naturalmente fittizie. È una dinamica con cui è difficile confrontarsi, perché porta con sé il rischio di esprimersi per luoghi comuni, senza riuscire a convincere il lettore, senza farlo sentire davvero dentro la storia. Paul Auster, però, in questa dinamica si muove a meraviglia, avendo spesso scritto di scrittori (anche il protagonista di Follie di Brooklyn, Nathan Glass, è alle prese con la scrittura di un libro) in modo convincente. La stanza chiusa, che compone insieme a Città di vetro e Fantasmi la Trilogia di New York, inizia con la ricezione, da parte del narratore, di una lettera inviata da Sophie, moglie del suo amico Fanshawe. Per il narratore, Fanshawe non è solo un buon amico di gioventù perso poi di vista per i casi della vita, è molto di più. I due sono cresciuti insieme, inseparabili, e per il narratore l’altro era un vero e proprio mito, con tutti i tentativi di imitazione e i conflitti che ne seguono. Adesso Fanshawe è scomparso, e la moglie chiede aiuto al narratore, ma non per ritrovarlo:  Uno giorno,…
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A proposito di incipit – Come inizia Cent’anni di solitudine

Si potrebbero descrivere i lettori in due gruppi: quelli che scelgono cosa leggere in base all’immagine di copertina, al titolo o alla sinossi, e quelli che in libreria non possono fare a meno di aprire il volume che hanno tra le mani per leggere il primo periodo o la prima pagina. Agli appartenenti al secondo gruppo non interessa tanto sapere di cosa parla l’autore, quanto come parla. Vogliono assaporarne la voce, perché, se lo sceglieranno, procederanno insieme per un percorso di qualche centinaio di pagine. Esistono incipit così famosi da essere noti anche a chi non ha letto la relativa opera, come per esempio: Chiamatemi Ismaele (da Moby Dick); Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera (dalla Recherche di Proust, ripreso da Sergio Leone in C’era una volta in America); Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo (da Anna Karenina). Dell’importanza dell’inizio di una storia ha trattato Italo Calvino nelle sue Lezioni americane (vedi link) (nell’appendice intitolata Cominciare e finire; molto famoso è il suo discorso sul momento del distacco dalla molteplicità dei possibili). In realtà praticamente ogni autore (da Flaubert a Raymond Carver, da Čechov a Jack London)…
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A che ora e dove preferiva scrivere Cortázar?

Julio Cortázar, nato a Ixelles nel 1914, oltre a essere considerato tra i fondatori dell’iperromanzo per le caratteristiche del suo Rayuela (di cui abbiamo parlato qui), è autore di una produzione letteraria ampia e variegata. Nel 1977, lo scrittore belga di nascita, naturalizzato francese ma cresciuto a Buenos Aires, ha rilasciato una lunga intervista alla televisione pubblica di una Spagna appena uscita dal franchismo (e nello specifico al giornalista Joaquín Soler Serrano). L’intera intervista (che si può guardare in lingua originale su youtube cliccando qui) viene riportata nel volume L’altro lato delle cose edito da Mimesis, da cui mi fa piacere riportare la domanda, e la conseguente risposta, sulle abitudini di scrittura di Cortázar.   Joaquín Soler Serrano: Scrivi seguendo degli orari prefissati, o scrivi quando hai l’assoluta necessità di farlo? Mi piacerebbe sapere, inoltre, se preferisci scrivere a casa o fuori casa, se riesci a isolarti in un bar o se, invece, hai bisogno del silenzio. A volte hai detto che non sai se sei tu a scrivere i tuoi racconti, o se ti sono dettati da qualche voce misteriosa, che ti fa sentire in uno stato che i francesi chiamano “état second”, che è una sorta di equilibrio tra…
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Le avventure di Gordon Pym di E.A. Poe

Edgar Allan Poe è uno di quegli autori la cui fama è andata ben oltre l’apprezzamento – mancato, del resto, finché era in vita – di critica e pubblico per invadere prepotentemente l’immaginario collettivo. Il suo nome, infatti, affascina e suggestiona anche chi non ha mai letto le sue opere. Noto soprattutto per i racconti, che si potrebbero dividere in racconti del terrore (tra cui forse i più famosi sono La caduta della casa degli Usher e Il cuore rivelatore), racconti di raziocinio (come La lettera rubata e I delitti della Rue Morgue), racconti umoristici e racconti di tema vario, Poe nella sua vita ha pubblicato un solo romanzo: Le avventure di Gordon Pym. L’opera, la cui prima edizione risale al 1838, è considerata un manifesto dell’horror psicologico, di cui Poe è uno dei principali esponenti. Or sono pochi mesi, al mio ritorno negli Stati Uniti, dopo la straordinaria serie di avventure nei mari del Sud e altrove, di cui si offre una narrazione nelle pagine seguenti, il caso mi pose in contatto con parecchi gentiluomini di Richmond, nella Virginia, i quali manifestarono un profondo interesse per tutto ciò che si riferisce alle regioni che avevo visitato, e costantemente m spronavano…
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I racconti al crepuscolo di Stephen King

Stephen King, di cui abbiamo visto in precedenza un consiglio di lettura, ha raggiunto la fama grazie ai suoi romanzi, soprattutto a quelli trasportati sul grande schermo (a partire da Carrie), ma, come tanti, ha iniziato scrivendo short stories. La raccolta Al crepuscolo, uscita nel 2009, comprende tredici racconti scritti da King in periodi diversi, come lo stesso autore racconta nelle interessanti note conclusive. Alcuni racconti sono legati al sovrannaturale, all’aldilà – Le cose che hanno lasciato indietro e, almeno in parte, Pomeriggio del diploma, sono influenzati dallo shock dell’11 settembre  –, altri descrivono situazioni reali e, forse per questo, possono spaventarci anche di più. I due che più mi hanno colpito sono Area di sosta e N. In Area di sosta John Dykstra, professore di letteratura e scrittore, al ritorno da una conferenza, riflette sulle implicazioni psicologiche dell’aver usato lo pseudonimo Rick Hardin per pubblicare una serie di gialli di successo. È notte, e Dykstra si ferma in un’area di sosta per andare al bagno. Stava per entrare nella toilette degli uomini quando fu bloccato da un’inattesa voce femminile alle sue spalle, leggermente distorta dall’eco ma maledettamente vicina.   <<No, Lee>>, disse. <<Caro, no.>>   Poi uno schiaffo, seguito da…
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Jack London agli aspiranti scrittori

Jack London, autore – tra gli altri – di Zanna bianca, Il richiamo della foresta, Martin Eden, Il tallone di ferro, Il vagabondo delle stelle, è stato pescatore clandestino, cercatore d’oro, lavandaio, pugile, coltivatore, corrispondente di guerra (in occasione del conflitto russo-giapponese), fino a diventare, dopo innumerevoli tentativi, uno scrittore tanto famoso da essere considerato il più pagato degli Stati Uniti. All’apice della fama, Jack London ricevette numerose richieste di suggerimenti da parte di aspiranti scrittori. Oltre a rispondere direttamente, pubblicò su riviste e giornali una serie di articoli sulla scrittura. Una selezione di lettere e articoli è raccolta nel volume Pronto soccorso per scrittori esordienti, edito da minimum fax. London parte dalla domanda Come si fa a essere originali? Per lui è fondamentale avere una propria filosofia di vita, un proprio modo di vedere il mondo, acquisibile con l’esperienza (nel suo caso, i tantissimi lavori svolti furono fondamentali) e lo studio. Riuscendo a non essere sciocche banderuole che cambiano direzione allo spirare di qualsiasi brezza…  […] L’unico modo per conquistarsi una propria filosofia di vita è cercarla, estraendo dalla conoscenza e dalla cultura del mondo i materiali che vanno a comporla…  […] Devi studiare. Devi arrivare a interpretare il volto della…
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Diario di un reading letterario visto da dentro

Sabato scorso – 26 novembre 2016 – per la prima volta ho avuto l’opportunità di svolgere un reading letterario, parlando di un romanzo che amo e leggendone alcuni brani davanti a un pubblico. Avevo iniziato a pensare a questo tipo di “lettura raccontata” circa due mesi e mezzo prima, su suggerimento di un amico. In quel momento stavamo discutendo di una presentazione del mio romanzo, e questo amico mi disse: perché non organizzi qualcosa per parlare anche di altri romanzi? L’imbeccata mi è piaciuta subito. Amo leggere, naturalmente, e amo sentir parlare e parlare di romanzi. Ero stato a qualche reading letterario, e di tanti altri reading avevo visto video su internet. Immediatamente ho riflettuto su quali autori – prima ancora che su quali romanzi – concentrarmi. Però ho anche pensato da subito a quali difficoltà avevo davanti, innanzitutto perché non sono, per usare un eufemismo, un organizzatore esperto. C’era bisogno di uno spazio, chiaramente, ma grazie alla disponibilità degli amici del Vento dello Stretto, che hanno messo a disposizione la loro sede, questo problema è stato risolto. Ne restava però un altro, diverso. Fin da quanto ho iniziato a preparare questo ciclo di letture, ero – e sono convinto…
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Il bar delle grandi speranze – A lezione da un premio Pulitzer tra gli alcolici

In genere le biografie dei grandi campioni dello sport, pur vendendo centinaia di migliaia di copie, vengono snobbate dalla critica di settore. Così non è stato per Open, la biografia del tennista Andre Agassi, che è uscita nel 2011 e, oltre a diventare un best-seller internazionale, è stata ottimamente recensita. Questo perché Agassi ha avuto davvero una vita da romanzo – a differenza di altri campioni che, a parte aneddoti di campo o spogliatoio, avrebbero poche cose interessanti da raccontare – e soprattutto perché l’opera ha ricevuto un contributo sostanziale da parte di J. R. Moehringer, vincitore nel 2000 del premio Pulitzer per il giornalismo di approfondimento e costume per il suo ritratto di una isolata comunità fluviale in Alabama dove vivono molti discendenti di schiavi. Prima di collaborare con Agassi, J. R. Moehringer ha pubblicato nel 2005 il suo primo romanzo: Il bar delle grandi speranze. Nell’opera, definita da diverse testate giornalistiche il miglior libro dell’anno, l’autore racconta la propria vita dall’infanzia fino ai venticinque anni, mettendo in risalto il ruolo di un luogo speciale, come si vede fin dall’incipit: Ci andavamo per ogni nostro bisogno. Quando avevamo sete, naturalmente, e fame, e quand’eravamo stanchi morti. Ci andavamo se…
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