Tag Archive: Scrittura

Un personaggio come simbolo – Charlie in Follia di Patrick McGrath

Premessa: lo scritto che segue svela buona parte del finale di Follia di Patrick McGrath, di cui trovate il consiglio di lettura qui. In quasi tutti i manuali di scrittura creativa leggiamo che un personaggio non dinamico, che non si muove, non si evolve, non è un personaggio utile. Come qualsiasi concetto, anche questo ha un’eccezione. Nella narrativa possiamo trovare, infatti, personaggi che, pur non compiendo azioni, pur essendo inerti, svolgono un ruolo importante nella trama; basti pensare a romanzi, film e opere teatrali in cui un personaggio pesa per la sua assenza, e la sua attesa muove le redini della suspense. In Follia, di Patrick McGrath, troviamo un esempio di personaggio che esercita un ruolo importante sugli altri: Charlie. Va detto subito che Charlie non è un personaggio del tutto assente, al contrario compare spesso nel romanzo e compie varie azioni, però, a mio avviso, più che per scelta le compie perché è costretto a compierle (si potrebbe discutere se dal destino, dagli altri personaggi o dalla trama, a seconda dei punti di vista, ma non è questo il punto), e potremmo anche considerarlo un simbolo. Per capire meglio, servono alcune indicazioni sulla trama: Follia è la storia dell’ossessione…
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A che ora e dove preferiva scrivere Cortázar?

Julio Cortázar, nato a Ixelles nel 1914, oltre a essere considerato tra i fondatori dell’iperromanzo per le caratteristiche del suo Rayuela (di cui abbiamo parlato qui), è autore di una produzione letteraria ampia e variegata. Nel 1977, lo scrittore belga di nascita, naturalizzato francese ma cresciuto a Buenos Aires, ha rilasciato una lunga intervista alla televisione pubblica di una Spagna appena uscita dal franchismo (e nello specifico al giornalista Joaquín Soler Serrano). L’intera intervista (che si può guardare in lingua originale su youtube cliccando qui) viene riportata nel volume L’altro lato delle cose edito da Mimesis, da cui mi fa piacere riportare la domanda, e la conseguente risposta, sulle abitudini di scrittura di Cortázar.   Joaquín Soler Serrano: Scrivi seguendo degli orari prefissati, o scrivi quando hai l’assoluta necessità di farlo? Mi piacerebbe sapere, inoltre, se preferisci scrivere a casa o fuori casa, se riesci a isolarti in un bar o se, invece, hai bisogno del silenzio. A volte hai detto che non sai se sei tu a scrivere i tuoi racconti, o se ti sono dettati da qualche voce misteriosa, che ti fa sentire in uno stato che i francesi chiamano “état second”, che è una sorta di equilibrio tra…
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Mr Gwyn di Alessandro Baricco

Mr Gwyn di Alessandro Baricco è un’opera da consigliare a ogni aspirante scrittore, non perché insegni qualcosa sulla scrittura da un punto di vista squisitamente tecnico, sempre ammesso che questo possa essere possibile (Carver, per esempio, ha riflettuto a lungo su cosa e cosa non può essere insegnato); il merito di Mr Gwyn è quello di ricordarci, semmai ce ne fosse bisogno, la forza dirompente che dovrebbe avere la scrittura. Mentre camminava per Regent’s Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d’un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e garbo.  Scopriamo nell’incipit che Jasper Gwyn, scrittore piuttosto di moda in Inghilterra e discretamente conosciuto all’estero, ha deciso di non scrivere più libri. Gwyn fa in modo che il Guardian pubblichi la notizia della sua decisione, e in molti pensano si tratti di una mossa per attrarre l’attenzione. Gwyn, però, è sincero, oltre che determinato. Libero da precedenti impegni e abitudini, avverte comunque un senso di nostalgia: Quel che gli accadde, tuttavia, fu di ritrovarsi addosso, col passare…
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Marcello Fois: la letteratura è inquietudine

Ho avuto il piacere di ascoltare Marcello Fois durante la presentazione del suo romanzo Luce perfetta. In quell’occasione, l’autore sardo (di cui si possono leggere i consigli di lettura su tredici romanzi gialli qui), partendo dall’opera – ultimo capitolo della trilogia composta da Stirpe e Nel tempo di mezzo – regalò ai presenti un’interessante digressione sul cinema, sull’edilizia, sulla memoria, sullo spazio e sul tempo, e, naturalmente, sulla letteratura. La sua conoscenza della materia letterarie e le sue riflessioni trovano spazio nel Manuale di lettura creativa, edito da Einaudi e diviso in quattro sezioni: Confessioni; Genere; Radici; Ossessioni. Nella prima – tra gli altri argomenti – Marcello Fois riprende Kafka per sottolineare l’importanza dell’inquietudine: La letteratura, dunque – ribadisce fra gli altri Kafka -, dovrebbe prendersi, o meglio riprendersi, il diritto di generare inquietudine. […] La letteratura non è la politica, che dovrebbe trovare un punto di contatto tra posizioni anche distanti, e non è il giornalismo che dovrebbe assoggettarsi alla realtà, anche quando la notizia non è eclatante. La letteratura è, appunto, inquietudine: interruzione dello stato in cui ci troviamo prima di affrontarla. I segnali sono chiari. Uno: se dopo la lettura di un romanzo siamo esattamente come, e…
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Virginia Woolf a un giovane poeta

Oltre a essere autrice di romanzi e racconti, Virginia Woolf (di cui abbiamo parlato suggerendo la lettura de Le ore di Michael Cunningham) ha svolto una fervente attività di critica letteraria, lasciandoci, tra gli altri, il celebre Una stanza tutta per sé. Consigli a un aspirante scrittore, curato da Roberto Bertinetti, raccoglie lettere, riflessioni e articoli della scrittrice britannica. Il libro si divide in tre sezioni: Leggere; Scrivere; Pubblicare. Nella seconda troviamo una lettera al giovane poeta John Lehman. Nel testo, Virginia Woolf si sofferma su vari argomenti legati alla poesia e, in conclusione, parla dell’importanza, per un autore, di cercare la propria maturità artistica e umana prima di pubblicare. La lettera risale al luglio del millenovecentotrentadue, ma la raccomandazione di non avere fretta di giungere a una pubblicazione resta un utile consiglio per ogni aspirante scrittore di oggi:   Sono sicura che quest’ultima cosa è importantissima. (poche righe prima l’autrice consigliava a Lehman di non pubblicare niente prima dei trent’anni) La maggior parte dei difetti nelle poesie che ho letto, credo, si può spiegare con il fatto che sono state esposte alla luce furiosa della pubblicità quando erano ancora troppo giovani per reggerne l’impatto. Le ha ridotte a un’austerità scheletrica, sia…
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Dentro una scrittura, e dentro una camera

Il sottotitolo del sito, dentro una scrittura, è legato al titolo del mio romanzo d’esordio: Dentro una camera. Dentro una camera, a sua volta, per una delle tante magiche correlazioni che regala la narrativa, è legato all’argomento della scrittura. La camera a cui fa riferimento il titolo è il luogo ideale in cui i tre protagonisti affrontano le proprie insicurezze e le proprie frustrazioni, ma è anche un luogo fisico, e cioè la stanza in cui Umberto si rinchiude per scrivere. Si tratta per lui di un rifugio, che però potrebbe anche – e Umberto lo sa bene – diventare una prigione, qualora le sue storie, e lui con loro, non riuscissero a uscire da lì dentro. Raymond Carver diceva che un aspirante scrittore non dovrebbe raccontare di uno scrittore. Oggi tantissimi narratori affermati, editor e manuali di scrittura creativa ripetono lo stesso consiglio. In Dentro una camera non ho raccontato solo di un aspirante scrittore; ho parlato anche, più in generale, di scrittura. Non l’ho fatto per andare gratuitamente contro un suggerimento ribadito da fonti autorevoli, ma ho sentito di dover seguire un altro suggerimento spesso ricordato a chi vuole raccontare storie: scrivi di ciò che per te è…
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