Follia di Patrick McGrath

<<E in ogni caso io sono un medico, non ho nulla da rimproverare a chi si ammala. E come potrei rimproverare a te di esserti innamorata?>>.

Queste parole del dottor Peter Cleave, che in Follia svolge il ruolo del narratore, rendono al meglio l’atmosfera del romanzo di Patrick McGrath pubblicato nel 1996.

La vicenda è ambientata nel 1959, quando i coniugi Raphael, Max e Stella, si sono da poco trasferiti in un ospedale psichiatrico fuori Londra. Max è psichiatra criminale come Peter Cleave e Jack Straffen, il direttore dell’ospedale, a cui Max spera di succedere. Stella, invece, non spera nulla; vive nella noia, soffre la mancanza di fantasia del marito, e quando incontra Edgar Stark mette in discussione tutta la propria esistenza.

Edgar è ricoverato nell’ospedale psichiatrico perché è un omicida, un violento, ma è anche un artista, un uomo passionale e sorprendente, e l’enorme divario tra lui e Max Raphael pone a Stella dei dubbi che, in realtà, la donna supererà presto.

Infatti, nel romanzo, l’incontro tra Stella e Edgar avviene quasi subito, e subito il lettore capisce che i due non possono né vogliono resistere all’attrazione che li unisce. Le prime cinquanta, sessanta pagine, di conseguenza, non sono particolarmente sorprendenti, ma dopo averle superate, dopo che Stella e Edgar si uniscono non solo emotivamente ma anche fisicamente, ecco che il lettore rimane imprigionato tra le pagine di una storia che ci stupisce, che ci fa chiedere in che direzione andranno i personaggi e soprattutto qual è il vero confine tra follia e sanità.

<<Ma perché non hai gridato?>>
  Stella lo trovò buffo; proprio lui, Max che le chiedeva perché non avesse gridato.
  <<Non hai fiatato>> ripeté Max con la stessa voce attonita. <<Non hai aperto bocca>>.
  Di solito vogliono che tu tenga la bocca chiusa, a volte invece pretendono che gridi, e si aspettano che sappia tu la differenza. Era questo che trovava buffo.

Punto di forza del romanzo è l’inattendibilità del narratore, o meglio dei narratori, perché Peter Cleave, che racconta la vicenda dal presente guardando al passato, a volte cita testualmente le parole di Stella o dello stesso Edgar. Ma il sospetto, a volte appena accennato, a volte più forte, è che nessuno dei tre, nemmeno il dottor Cleave, sia sincero fino in fondo.

Ero convinto che nessuno avrebbe saputo curarla meglio di me. Certo, riportarla in ospedale poteva sembrare poco ortodosso, se non, date le circostanze, obiettivamente pericoloso; ma nella mia posizione attuale ero in grado di decidere liberamente.

Caratteristica delle grandi opere è far discutere chi le ha lette e amate, e tra i lettori di Follia si è discusso molto, e si continua a discutere, sui personaggi del romanzo, sulle loro intenzioni, e appunto sulla loro follia.
Dall’opera è stato tratto il film omonimo, del 2005, diretto da David Mackenzie e interpretato, tra gli altri, da Ian McKellen e Natasha Richardson.

Per un’analisi di come McGrath usa il personaggio di Charlie come un simbolo vedi:

Un personaggio come simbolo – Charlie in Follia di Patrick McGrath

 

follia - film (2005)

Follia - film (2005)

Photo description: Follia – film – Natasha Richardson (m.), Ian Mc.Kellen (r.).

 

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