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Un personaggio come simbolo – Charlie in Follia di Patrick McGrath

Premessa: lo scritto che segue svela buona parte del finale di Follia di Patrick McGrath, di cui trovate il consiglio di lettura qui. In quasi tutti i manuali di scrittura creativa leggiamo che un personaggio non dinamico, che non si muove, non si evolve, non è un personaggio utile. Come qualsiasi concetto, anche questo ha un’eccezione. Nella narrativa possiamo trovare, infatti, personaggi che, pur non compiendo azioni, pur essendo inerti, svolgono un ruolo importante nella trama; basti pensare a romanzi, film e opere teatrali in cui un personaggio pesa per la sua assenza, e la sua attesa muove le redini della suspense. In Follia, di Patrick McGrath, troviamo un esempio di personaggio che esercita un ruolo importante sugli altri: Charlie. Va detto subito che Charlie non è un personaggio del tutto assente, al contrario compare spesso nel romanzo e compie varie azioni, però, a mio avviso, più che per scelta le compie perché è costretto a compierle (si potrebbe discutere se dal destino, dagli altri personaggi o dalla trama, a seconda dei punti di vista, ma non è questo il punto), e potremmo anche considerarlo un simbolo. Per capire meglio, servono alcune indicazioni sulla trama: Follia è la storia dell’ossessione…
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Follia di Patrick McGrath

<<E in ogni caso io sono un medico, non ho nulla da rimproverare a chi si ammala. E come potrei rimproverare a te di esserti innamorata?>>. Queste parole del dottor Peter Cleave, che in Follia svolge il ruolo del narratore, rendono al meglio l’atmosfera del romanzo di Patrick McGrath pubblicato nel 1996. La vicenda è ambientata nel 1959, quando i coniugi Raphael, Max e Stella, si sono da poco trasferiti in un ospedale psichiatrico fuori Londra. Max è psichiatra criminale come Peter Cleave e Jack Straffen, il direttore dell’ospedale, a cui Max spera di succedere. Stella, invece, non spera nulla; vive nella noia, soffre la mancanza di fantasia del marito, e quando incontra Edgar Stark mette in discussione tutta la propria esistenza. Edgar è ricoverato nell’ospedale psichiatrico perché è un omicida, un violento, ma è anche un artista, un uomo passionale e sorprendente, e l’enorme divario tra lui e Max Raphael pone a Stella dei dubbi che, in realtà, la donna supererà presto. Infatti, nel romanzo, l’incontro tra Stella e Edgar avviene quasi subito, e subito il lettore capisce che i due non possono né vogliono resistere all’attrazione che li unisce. Le prime cinquanta, sessanta pagine, di conseguenza, non sono…
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