Le avventure di Gordon Pym di E.A. Poe

Edgar Allan Poe è uno di quegli autori la cui fama è andata ben oltre l’apprezzamento – mancato, del resto, finché era in vita – di critica e pubblico per invadere prepotentemente l’immaginario collettivo.

Il suo nome, infatti, affascina e suggestiona anche chi non ha mai letto le sue opere.

Noto soprattutto per i racconti, che si potrebbero dividere in racconti del terrore (tra cui forse i più famosi sono La caduta della casa degli Usher e Il cuore rivelatore), racconti di raziocinio (come La lettera rubata e I delitti della Rue Morgue), racconti umoristici e racconti di tema vario, Poe nella sua vita ha pubblicato un solo romanzo: Le avventure di Gordon Pym.

L’opera, la cui prima edizione risale al 1838, è considerata un manifesto dell’horror psicologico, di cui Poe è uno dei principali esponenti.

Or sono pochi mesi, al mio ritorno negli Stati Uniti, dopo la straordinaria serie di avventure nei mari del Sud e altrove, di cui si offre una narrazione nelle pagine seguenti, il caso mi pose in contatto con parecchi gentiluomini di Richmond, nella Virginia, i quali manifestarono un profondo interesse per tutto ciò che si riferisce alle regioni che avevo visitato, e costantemente m spronavano a offrirne al pubblico una relazione, quasi fosse questo un mio preciso dovere.

Dall’incipit, una fittizia relazione del protagonista e narratore, Arthur Gordon Pym, scopriamo che, al termine delle sue avventure, il nostro è tornato a casa, ma questo non ci impedirà di seguirlo col fiato sospeso.

Scopriamo inoltre che le vicende si svolgono nei mari del Sud (e altrove); le storie di navigazione sono fisiologicamente dotate di una buona dose di quel senso di minaccia fondamentale nelle narrazioni. Ciò che accade a bordo di una nave che si trova in mezzo all’oceano non sempre segue regole prestabilite, l’equipaggio forma un micro-universo che può in qualunque momento allontanarsi dai precetti dello Stato o della morale comune. Altre dinamiche tipiche delle storie di navigazione sono la tempesta – imprevedibile e imbattibile – e la scoperta di un’isola misteriosa – vera fucina di misteri e pericoli. Ne Le avventure di Gordon Pym troviamo tutto questo.

Il protagonista si imbarca, di nascosto, su un brigantino, d’accordo con un amico, figlio del capitano. Già dopo pochi giorni di navigazione la situazione precipita, e dal suo nascondiglio Arthur viene a scoprire dell’ammutinamento in atto.
Da questo momento in poi la risoluzione di un problema sarà l’inizio di un pericolo ancora più angosciante, in un crescendo di suspense al termine del quale il lettore si sentirà spossato come se fosse stato lui a navigare, combattere e scappare.

Memorabile la scena in cui, a bordo di una scialuppa, si arriva alla decisione di uccidere uno dei sopravvissuti e cibarsene. Poe, con il suo tipico modo di scavare nella psiche dei personaggi, ci mostra la crudeltà e la disperazione del momento fin dal suo inizio:

Quando infine ci fummo un po’ calmati, continuammo a osservare il bastimento finché non scomparve del tutto nella foschia portata da una brezza leggera. Non appena fu scomparso, Parker si voltò improvvisamente verso di me, con un’espressione sul volto che mi fece rabbrividire. C’era un’aria di sicurezza che non avevo mai notato, e prima ancora che aprisse le labbra il mio cuore già presagiva ciò che m’avrebbe detto. Infatti, in poche parole propose che uno di noi dovesse sacrificarsi perché gli altri potessero sopravvivere.Gordon Pym

Consigli di lettura su romanzi della letteratura americana:

La trilogia della frontiera di Cormac McCarthy

I gialli di Raymond Chandler

Le confessioni di Max Tivoli di Andrew Sean Greer

La saga di Frank Bascombe di Richard Ford

La paga del soldato di William Faulkner

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