Le confessioni di Max Tivoli – Il tempo che scorre al contrario, Mark Twain e Brad Pitt

Quando ho scelto di leggere Le confessioni di Max Tivoli di Andrew Sean Greer, l’ho fatto perché avevo molto apprezzato un altro romanzo dello stesso autore, La storia di un matrimonio, opera analizzata in molte scuole di scrittura creativa in quanto capace di ribaltare matematicamente ogni cinquanta pagine le aspettative del lettore (anche se La storia di un matrimonio è stato pubblicato nel 2008 e Le confessioni di Max Tivoli nel 2004).

Dal momento, però, che già la quarta di copertina svela che il protagonista, Max, nasce nel 1871 con l’aspetto di un settantenne e il destino di dover ringiovanire fino a sparire, è difficile non avvicinarsi al testo senza pensare al film Il curioso caso di Benjamin Button.

Il film – che nel 2008 ha incassato trecentoquaranta milioni di dollari – riprende l’omonimo racconto di Francis Scott Fitzgerald incluso nella raccolta Racconti dell’età del jazz. Fitzgerald, a sua volta, aveva ripreso un’osservazione di Mark Twain, e cioè che è un peccato che la parte migliore della nostra vita sia all’inizio e la peggiore alla fine.
L’idea del tempo che scorre al contrario, forse, aveva già affascinato qualcuno prima di Mark Twain, e sicuramente altri ne hanno scritto oltre Fitzgerald e Greer.

Personalmente, tra il film diretto da Fincher e il romanzo Le confessioni di Max Tivoli credo che sia quest’ultimo a sfruttare meglio le potenzialità dello spunto. Basta leggere l’incipit:

Siamo tutti il grande amore di qualcuno. Voglio scriverlo, in caso io venga scoperto e non riesca a terminare queste pagine, in caso le mie confessioni vi turbino al punto di gettarle nel fuoco prima che io arrivi a raccontarvi d’amore e di assassinio.

Queste poche fanno capire che l’opera avrà una forte tensione drammatica che non riguarderà solo il ribaltamento dell’invecchiare. Andrew Sean Greer poi aggiunge:

C’è da spiegare un cadavere. Una donna amata tre volte. Un amico tradito. E un bambino cercato a lungo.

Credo che la differenza tra le due opere stia proprio nello diverso spessore che c’è tra Benjamin Button e Max Tivoli.

Il primo, per quanto sia condannato a essere diverso da ogni altro essere umano, riesce a vivere anni felici, riesce a vivere un grande amore – per qualche scena Brail curioso caso di benjamin button d Pitt e Cate Blanchett sembrano quasi una coppia da spot pubblicitario – anche se sarà privo del lieto fine, cosa peraltro prevedibile e preventivata dallo spettatore.

Max Tivoli, invece, che nel romanzo di Andrew Sean Greer è anche il narratore della sua storia, anche ringiovanendo non diventerà mai bello e affascinante quanto Brad Pitt, non sarà davvero riamato dalla donna che incontrerà tre volte nella sua vita – da vecchio, da giovane uomo e da bambino – e che amerà disperatamente, e soprattutto la vita gli riserverà una serie di sorprese che non riguarderanno la sua condizione particolare e che potrebbero capitare, se non ci è già successo, anche a noi.

La vera forza de Le confessioni di Max Tivoli è che il ribaltamento del tempo è il punto di partenza dell’opera, non quello di arrivo.

Consigli di lettura su romanzi della letteratura americana:

La trilogia della frontiera di Cormac McCarthy

Quella sera dorata di Peter Cameron

Le ore di Michael Cunningham

Uomini e topi di John Steinbeck

L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach

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