Tag Archive: Scrittura creativa

Stephen King sul luogo in cui scrivere

Stephen King non ha scritto solo narrativa di genere di grande successo (Carrie, Shining, It, Misery); è anche autore di opere più “letterarie”, come i racconti contenuti nella raccolta Stagioni diverse, da cui sono stati tratti i film Le ali della libertà e Stand by me – Ricordo di un’estate. Nel 2000 King ha pubblicato On Writing: Autobiografia di un mestiere. L’opera, che in parte racconta la vita dello stesso King e in parte è un manuale di scrittura, viene tutt’oggi consigliata in numerose scuole di scrittura creativa. Tra i vari argomenti toccati, King dedica attenzione al luogo in cui si scrive, sottolineando fin da subito l’importanza, per un aspirante scrittore, di avere un posto tutto per sé. Si può leggere quasi dovunque, ma per quanto riguarda la scrittura, le scrivanie con separatori delle biblioteche, le panchine dei parchi e le sistemazioni temporanee dovrebbero rappresentare l’ultima spiaggia. Non c’è bisogno di un arredamento da villa di Playboy o uno scrittoio d’epoca a serrandina dove riporre gli strumenti del mestiere. Il vostro può essere un angolo modesto (anzi, forse è preferibile che lo sia, come credo di avere accennato), con un solo particolare davvero necessario: una porta che siete disposti a chiudere….
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I luoghi della scrittura

Molti insegnanti di scrittura creativa, per motivare i propri studenti a esercitarsi con costanza, consigliano di creare un ambiente più confortevole possibile dove scrivere. Un tavolo su cui può trovare spazio tutto quello che ci serve, una sedia comoda, una stanza ben illuminata. Può essere utile anche l’abitudine di immaginarci, durante le nostre giornate, seduti in quel posto a scrivere. Visualizzarci lì, con un sottofondo musicale tanto rilassante quanto stimolante, e con accanto un caffè bollente, o una tisana, o un bicchierino di amaro, accrescerà il nostro desiderio di scrivere, e ci aiuterà a cogliere ogni occasione per farlo, evitando di rimandare. Personalmente, il mio luogo ideale per scrivere è una stanza in cui, pur avendo a disposizione tutto ciò che può servirmi, sono costretto a scrivere. Cerco di spiegarmi meglio tramite un esempio: a volte, mentre scrivo, sento la necessità di accendere la televisione per seguire un notiziario, o una partita, o semplicemente per sentire una voce. Perciò nella stanza dove scrivo abitualmente deve esserci un televisore, altrimenti sarò costretto a lasciare la stanza. Di contro, però, non devo distrarmi troppo dalla scrittura, e allora il televisore sarà posizionato di sbieco rispetto alla scrivania, così che un po’ lo…
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Perché non si può scrivere della persona che si ama secondo Richard Ford

A volte capita, a chi scrive, di sentirsi rivolgere una certa domanda. È una domanda che non ha nulla a che fare con il livello di bravura o notorietà raggiunti dall’autore in questione, e che sicuramente verrà posta da una persona importante per l’autore stesso. La domanda è: perché non scrivi mai di me? A chiederlo può essere un genitore, un amico, un cugino. Ma soprattutto, a chiederlo, può essere la persona che si ama. Questa è l’ipotesi peggiore, perché con un genitore, un amico o un cugino è più facile superare un malinteso, mentre con la persona amata un’incomprensione potrebbe via via diventare un macigno. Ho parlato di malintesi e incomprensioni perché a questa domanda è difficilissimo rispondere. Già parlare di quello di cui si è scelto scrivere non è semplice; spiegare ciò che si è voluto – o dovuto – lasciare fuori è ancora più complesso. Inoltre, è molto probabile che pur riuscendo a formulare una risposta quanto più chiara e specifica possibile, la persona che ci ha interrogato non riesca a comprenderla davvero. Sull’argomento ha scritto due pagine bellissime il grande Richard Ford. Il suo personaggio di maggior successo è Frank Bascombe, protagonista e io narrante dell’omonima…
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Le confessioni di Max Tivoli – Il tempo che scorre al contrario, Mark Twain e Brad Pitt

Quando ho scelto di leggere Le confessioni di Max Tivoli di Andrew Sean Greer, l’ho fatto perché avevo molto apprezzato un altro romanzo dello stesso autore, La storia di un matrimonio, opera analizzata in molte scuole di scrittura creativa in quanto capace di ribaltare matematicamente ogni cinquanta pagine le aspettative del lettore (anche se La storia di un matrimonio è stato pubblicato nel 2008 e Le confessioni di Max Tivoli nel 2004). Dal momento, però, che già la quarta di copertina svela che il protagonista, Max, nasce nel 1871 con l’aspetto di un settantenne e il destino di dover ringiovanire fino a sparire, è difficile non avvicinarsi al testo senza pensare al film Il curioso caso di Benjamin Button. Il film – che nel 2008 ha incassato trecentoquaranta milioni di dollari – riprende l’omonimo racconto di Francis Scott Fitzgerald incluso nella raccolta Racconti dell’età del jazz. Fitzgerald, a sua volta, aveva ripreso un’osservazione di Mark Twain, e cioè che è un peccato che la parte migliore della nostra vita sia all’inizio e la peggiore alla fine. L’idea del tempo che scorre al contrario, forse, aveva già affascinato qualcuno prima di Mark Twain, e sicuramente altri ne hanno scritto oltre Fitzgerald e…
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L’influenza della notte sull’artista e sull’uomo – Sepùlveda e la foresta

Scrivere di notte, e anche leggere, ha tutto un altro sapore rispetto al farlo con la luce del sole che entra dalla finestra, e di questo mi sono convinto presto. Luis Sepùlveda è l’autore del primo libro che ho letto per caso. Fino a un certo punto della mia vita avevo letto solo quei romanzi – di Avventura per ragazzi – che mi erano stati specificatamente regalati da qualcuno. Poi, nell’estate del ’96, durante la villeggiatura al mare, qualcuno lasciò su una mensola della stanza in cui dormivo una copia de Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Per qualche notte – se non ricordo male all’epoca avevo il coprifuoco a mezzanotte – dopo essere tornato a casa e prima di spegnere la luce passai un po’ di tempo con gli animali protagonisti di questa storia. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare viene considerata una favola per bambini, tanto che spesso la sua lettura è consigliata agli studenti delle scuole elementari o medie, anche se in realtà, visto che parla di accettare e aiutare il diverso, potrebbe essere indicata anche per molti adulti. Ma se Storia di una gabbianella e…
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A proposito di personaggi femminili – Morena, Jack Nicholson, John Updike e le differenze

Durante una presentazione di Dentro una camera, giunti al momento delle domande del pubblico, sono stato spiazzato dall’intervento di una persona che aveva già letto il romanzo. Mi aspettavo una domanda sull’ambizione e l’egoismo di Umberto, sulla fragilità e il talento di Vincenzo, sulladisp onibilità e le ombre di Massimo, perché in genere chi mi ha letto vuole saperne di più sui miei tre protagonisti; invece questa persona mi ha chiesto di Morena. Dopo aver premesso che considero Morena il personaggio femminile di maggior spessore del romanzo, ho risposto alla domanda, e ho concluso dicendo che forse sono sessista, perché mi trovo più a mio agio a lavorare sui personaggi maschili piuttosto che su quelli femminili. In realtà, credo che questo dipenda semplicemente dal fatto che sono un uomo, e che nella mia vita ho condiviso più spesso momenti di confronto e confidenza con amici uomini anziché con amiche donne. Quando la presentazione è finita, e sono tornato a casa mia, ho continuato a pensare al fatto che, mentre reputo di conoscere i miei personaggi maschili come le mie tasche, non mi sento di poter dire lo stesso per Morena, nonostante il tempo che le ho dedicato. In un certo senso, sono…
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