Sull’orlo del precipizio con Antonio Manzini

Antonio Manzini, attore, sceneggiatore e romanziere – già autore della serie di Rocco Schiavone, interpretato nell’omonima serie tv da Marco Giallini – con Sull’orlo del precipizio compie una divertente distopia del mondo editoriale.

Il protagonista, Giorgio Volpe, è uno scrittore pluripremiato, campione di vendite, amatissimo da pubblico e critica. Dopo due anni, sei mesi e tredici giorni, a cui si dovevano aggiungere l’ansia, la fatica, le notti insonni, i dolori alla cervicale, 862 pacchetti di sigarette, tre influenze, 30 rate di mutuo Volpe ha terminato il suo ultimo romanzo, Sull’orlo per precipizio. Nello stesso periodo, la Gozzi (per cui Volpe pubblica), la Bardi e la Malossi, le tre principali case editrici del Paese, si sono fuse dando vita al supercolosso Sigma.

Giorgio Volpe, più stupito che preoccupato, si ritrova così sotto contratto con la Sigma. La prima novità è che dell’editing di Sull’orlo del precipizio non si occuperà la fidata Fiorella, mandata nel frattempo in pensione. La Sigma incarica Aldo e Sergej, che vestono come due bodyguard e hanno già portato a termine dei lavori per il nuovo gruppo. Aldo ha tradotto I promessi sposi in romanesco, per rendere l’opera del Manzoni più appetibile per il grande pubblico, Sergej ha eliminato tutta la parte bellica da Guerra e pace. Sergej, addirittura, porta con sé una sorta di prontuario delle regole imposte dalla Sigma:

Avventura sì. Malattie no. Divorzio no. Divorzio commedia sì. Matrimonio sì. Corna sì solo se poi pace. Corna e divorzio no. Sesso tanto. Con animali sì. Uomo e donna sì. Donna donna sì. Uomo uomo no. Capisce?

Giorgio Volpe capisce, ma non ci crede, e non accetta i suggerimenti di Aldo e Sergej, che vogliono eliminare quasi tutti i suoi personaggi per sostituirli con bellezze patinate.

Si reca allora nella nuova sede della Sigma, per chiedere spiegazioni. Qui scopre che Dodo Marini, giornalista-scrittore autore di tanti libri di denuncia, è ora costretto a scrivere la biografia del portiere del Milan. A Margherita De Paolis, giallista di punta della ex Malossi, viene assegnata la stesura di un libro di ricette che sarà poi firmato da una velina. Inoltre, come spiega Federica Celletti, nuova dirigente Sigma, la narrativa italiana non esiste più. Ora si chiama comunicazione in lingua indigena. La saggistica invece è diventata comunicazione in lingua indigena un po’ più complessa dove magari impari qualcosa. Al posto del teatro c’è la comunicazione che non si capisce una mazza. La poesia è semplicemente sparita. Giorgio Volpe proverà a reagire a questa situazione, ma si renderà conto di quanta forza abbia il nuovo gruppo editoriale.

Noi seguiamo le sue vicende con un misto di soriso e amarezza. La narrazione scorre veloce, piacevole, ci diverte, come detto in apertura, ma al termine della lettura, pur sapendo di essere entrati in un universo surreale, qualche preoccupazione ci rimane per davvero.

 

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Il politicamente scorretto di Pinketts; Lazzaro Santandrea e i duri

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