Tag Archive: Lettura

Saltatempo di Stefano Benni

Saltatempo, romanzo di Stefano Benni (di cui abbiamo già visto qui  Bar Sport), inizia con un incontro inusuale: il protagonista, Lupetto, detto Saltatempo, negli anni cinquanta frequenta la elementari e vive in montagna; un giorno, mentre scarpagnava, cioè camminava a saltelli per via del dislivello, verso la scuola, ha incontrato un Dio, con le fattezze di un uomo alto come una nuvola, con una barba immensa color letamaio, scortata da mosche, tutto vestito di strati e stracci, con una capparella nera rappezzata di toppe lustre. Ha un bastone di pero e un cane vecchio, ma vecchio che ha annusato chissà quante pisce di tirannosauro, e zoppica e rantola come se fosse pieno di brodo. Il dio ha un regalo speciale per Saltatempo: un orobilogio.   – Non ti spaventare, ma tu vivrai sempre con due orologi, uno fuori e uno dentro. Quello fuori ti sarà utile per non fare tardi a scuola, quando aspetti la corriera e il giorno che muori, per calcolare quanto hai vissuto. L’altro, che comprende centosettantasei tempi protologici, novanta escatologici e trentasei tempi romanzati caotici, l’hai ingoiato da piccolo, anche se non ricordi. Chiamalo pure secondo orologio, anzi orobilogio. Ogni volta che sentirai il suo ticchettio, il…
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Nella Sicilia distopica di Anna di Niccolò Ammaniti

Anna, romanzo di Ammaniti pubblicato nel 2015, può ricordare al lettore molte altre opere: per esempio Il signore delle mosche di Golding e La trilogia delle città di K. di Ágota Kristóf (di cui abbiamo parlato qui). La Sicilia in cui si svolge la storia può addirittura far tornare in mente, a chi guardava i cartoni animati tra gli anni ’80 e i ’90, l’ambientazione di Kenshiro. Lo scenario, infatti, è quello tipico da dopobomba, anche se non è un ordigno atomico a stravolgere il mondo che noi conosciamo, ma un virus. Il pianeta era stato contaminato, dall’India agli Stati Uniti, neanche l’Australia era stata risparmiata. Ormai era chiaro che il contagio era avvenuto molto tempo prima dei casi documentati in Belgio. C’era un’atroce genialità, secondo molti di natura umana, nel modo in cui il virus si propagava e nella sua lunga quiescenza che lo aveva trasformato in una bomba biologica. La velocità con cui mutava rendeva impossibile sintetizzare un vaccino. Nemmeno i ricercatori che ci lavoravano, nonostante le rigorose procedure anti-contaminazione, riuscivano a sopravvivergli.  La Rossa, come viene chiamata l’influenza arrivata dal Belgio, non lascia scampo. Dalla comparsa delle prime macchie è solo questione di tempo (a volte giorni,…
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Reading & Chocolate – Letture su egoismo e altruismo, collaborazione e condivisione

Difficile immaginare tre autori più diversi l’uno dall’altro di quanto lo siano i tre al centro dell’evento Reading & Chocolate, e cioè Ernest Hemingway, Luis Sepulveda e Franco Di Mare. Diversi per nazionalità, periodo storico, stile, riscontro di critica; eppure qualcosa in comune tra loro esiste. Tutti e tre sono stati cronisti, tutti e tre hanno rischiato la vita alla ricerca di storie da raccontare, tutti e tre hanno dedicato grande attenzione a come l’essere umano vive il rapporto coi propri simili. Proprio per questo, domenica 26 marzo, presso il GarHub 114 a Messina, la lettura di tre brani tratti dalle loro opere ci darà occasione di parlare di collaborazione e condivisione. Aprirà il reading Dopo la tempesta, incluso nella raccolta I quarantanove racconti, in cui Hemingway (di cui abbiamo citato un consiglio su come (re)iniziare una sessione di scrittura) ci descrive un contesto duro e violento, in cui un disastro navale, più che colpire i protagonisti per la sua tragicità, si rivela essere un’opportunità di guadagno: Tirarono fuori la cassaforte con la dinamite. Nessuno ha mai saputo quanto fecero. La nave era carica d’oro e i greci se lo presero tutto. La spogliarono completamente. Io, che l’avevo trovata, non rimediai nemmeno…
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Le otto montagne di Paolo Cognetti

Leggendo Le otto montagne di Paolo Cognetti mi è spesso tornata in mente la canzone Giulio Cesare, di Antonello Venditti, per la frase e mio padre una montagna troppo alta da scalare. Il protagonista, e narratore, de Le otto montagne si chiama Pietro, e raccontandoci del suo rapporto con la montagna ci racconta – o meglio, in questo caso, si racconta, per capirlo meglio – il rapporto col proprio padre. Questo padre, Giovanni Guasti, è nato in montagna, si è spostato a Milano (dove Pietro è nato) ma non si è mai abituato alla città e alla gente, e appena può parte per la montagna. Non punta alle comode vette da mille o duemila metri preferite dalla moglie, la madre di Pietro; Giovanni Guasti punta ai Quattromila, le vette più difficili, più famose, quelle dei ghiacci perenni. A proposito del padre, Pietro ci dice una cosa che vale per ogni uomo, e soprattutto per ogni narratore. Avevo già imparato un fatto a cui mio padre non si era mai rassegnato, e cioè che è impossibile trasmettere a chi è rimasto a casa quel che si prova lassù. Pietro lassù inizia a salire presto. Comincia a affezionarsi alla montagna da bimbo,…
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Il filo che ha unito le letture di Raccontando un libro

Domenica 22 gennaio, con il reading dedicato a Lo scrittore fantasma di Philip Roth, si è concluso il trittico di letture raccontate organizzate dal sottoscritto insieme agli amici del Vento dello Stretto. Prima che iniziasse questa avventura, e anche durante, qualcuno mi ha chiesto perché avessi scelto proprio quei romanzi, e cosa li unisse, e adesso ho deciso di scrivere qualcosa in merito. Innanzitutto, ho scelto di leggere davanti a un pubblico Per chi suona la campana, di Ernest Hemingway, L’amore ai tempi del colera, di Gabriel García Márquez, e appunto Lo scrittore fantasma, di Philip Roth, perché sono tre romanzi che ho amato, da lettore, che mi hanno colpito, da aspirante scrittore, e ho cercato di trasmettere le emozioni che queste opere mi hanno fatto provare. Però c’è anche dell’altro. Nell’ordine, abbiamo letto una storia di guerra, una storia d’amore e una storia che parla di scrittura. Naturalmente, e lo abbiamo visto insieme nei relativi appuntamenti, Per chi suona la campana, L’amore ai tempi del colera e Lo scrittore fantasma sono molto più di questo, ma volendo fare una sintesi brutale possiamo definirli proprio così: una storia d’amore, una storia di guerra e una storia che parla di scrittura. Guerra, amore, scrittura; un percorso un pò strano. Cosa…
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Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro

Quel che resta del giorno è il terzo romanzo dello scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Ishiguro, pubblicato nel 1989 e vincitore del Booker Prize nello stesso anno. Il protagonista si chiama Mr. Stevens, ed è anche il narratore dell’opera. Mr. Stevens ha dedicato tutta la vita a svolgere bene il proprio lavoro, tanto da essere il proprio lavoro. Un maggiordomo di un qualche valore deve vedersi come appartenere al ruolo che ricopre, totalmente e completamente; non lo si deve veder mettere da parte quel ruolo ad un certo momento, per tornare ad indossarlo di nuovo il momento successivo quasi non fosse niente altro che un costume da pantomima. Vi è una situazione ed una soltanto nella quale un maggiordomo che abbia a cuore la propria dignità può sentirsi libero di sgravarsi del proprio ruolo, e cioè quando sia completamente solo. Mr. Stevens è appunto un maggiordomo, e ha svolto buona parte della sua vita professionale a Darlington Hall, alle dipendenze di Lord Darlington. Quando il romanzo inizia siamo nel secondo dopoguerra, Darlington Hall è stata da poco acquistata da un americano, Mr. Farraday, e Mr. Stevens sta per avere una settimana di vacanza, di fatto la prima della sua vita. La trascorrerà raggiungendo…
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Lungo il confine tra stenti e sogni con Cormac McCarthy

Uno dei primi motivi per cui si legge è per evadere. Da ragazzini siamo scappati dalla noia delle nostre camerette – e, a volte, dai compiti – per intrufolarci dentro il sottomarino del Capitano Nemo o per raggiungere Labuan insieme a Sandokan. Andando verso l’età adulta, si passa di solito a un altro tipo di narrativa, ma è bello, a volte, tornare all’Avventura, soprattutto quando l’autore di turno è molto di più che uno scrittore di genere. Cormac McCarthy – statunitense classe ’33 – ha raggiunto un’enorme popolarità grazie al fatto che molti suoi romanzi sono poi diventati film; la trasposizione di maggior successo è probabilmente Non è un paese per vecchi, diretto dai fratelli Coen, vincitore di diversi premi agli Oscar del 2008, compreso quello per miglior film. Su queste pagine, abbiamo suggerito la lettura anche del suo La strada. Ma i romanzi di McCarthy di cui voglio parlare sono i tre che compongono la Trilogia della frontiera, e cioè Cavalli selvaggi (portato anch’esso sul grande schermo da Billy Bob Thornton con il titolo Passione ribelle), Oltre il confine, e Città della pianura.  Le tre opere non raccontano un’unica storia – sono infatti autoconclusive – ma condividono l’ambientazione   –…
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Dentro una scrittura, e dentro una camera

Il sottotitolo del sito, dentro una scrittura, è legato al titolo del mio romanzo d’esordio: Dentro una camera. Dentro una camera, a sua volta, per una delle tante magiche correlazioni che regala la narrativa, è legato all’argomento della scrittura. La camera a cui fa riferimento il titolo è il luogo ideale in cui i tre protagonisti affrontano le proprie insicurezze e le proprie frustrazioni, ma è anche un luogo fisico, e cioè la stanza in cui Umberto si rinchiude per scrivere. Si tratta per lui di un rifugio, che però potrebbe anche – e Umberto lo sa bene – diventare una prigione, qualora le sue storie, e lui con loro, non riuscissero a uscire da lì dentro. Raymond Carver diceva che un aspirante scrittore non dovrebbe raccontare di uno scrittore. Oggi tantissimi narratori affermati, editor e manuali di scrittura creativa ripetono lo stesso consiglio. In Dentro una camera non ho raccontato solo di un aspirante scrittore; ho parlato anche, più in generale, di scrittura. Non l’ho fatto per andare gratuitamente contro un suggerimento ribadito da fonti autorevoli, ma ho sentito di dover seguire un altro suggerimento spesso ricordato a chi vuole raccontare storie: scrivi di ciò che per te è…
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