Tag Archive: Leggere

Nel guscio di Ian McEwan – un Amleto nel ventre materno

Trasportare l’Amleto in epoca contemporanea è una pratica che ciclicamente viene ripetuta, ma nessuno – credo – aveva mai messo nei panni del giovane principe un bambino ancora nel grembo materno. Il narratore de Nel guscio di McEwan (di cui abbiamo già suggerito la lettura di Cortesie per gli ospiti) è un nascituro che, dal grembo materno, riesce ad ascoltare il mondo che lo aspetta e, grazie alle informazioni ricevute dai programmi radiofonici di cui è appassionata la madre Trudy, conosce le differenze tra un Sauvignon Blanc e un Èchézeaux Grand Cru, le debolezze delle politiche di welfare e l’Ulisse di Joyce. Ma soprattutto, il nostro sa che ad aspettarlo c’è un futuro drammatico. La madre, infatti, complotta con lo zio Claude per eliminare il marito – e padre del narratore – in modo da ereditare un immobile di grande valore. Il narratore è inorridito dall’efferatezza del piano dei due amanti, tra l’altro a scapito di un uomo buono come John Cairncross, editore amante della poesia, maestro per i suoi autori, innamorato follemente della donna che pianifica la sua morte. Se il protagonista del dramma shakespeariano è bloccato dal suo carattere, dalle riflessioni e dai fantasmi, quello di Nel guscio è fisiologicamente…
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Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar

Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar è, più di altri, un libro che o si ama o non si riesce a leggere fino in fondo. La forma scelta dall’autrice, una lunga epistola indirizzata dall’ormai vecchio e malato imperatore Publio Elio Traiano Adriano al giovane Marco Aurelio, risulta ostica per alcuni lettori; tanti altri, invece, considerano, al pari della critica di settore, prodigioso il modo della scrittrice francese di utilizzare la prima persona mettendosi nei panni dell’imperatore Adriano. Mio caro Marco, Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d’accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d’un uomo che s’inoltra negli anni ed è vicino a morire di un’idropisia del cuore.  Comincia così la lunga lettera di Adriano, che nel ripercorrere la propria carriera militare e politica compie numerose digressioni soffermandosi su ciò che, nel corso della sua vita, lo ha colpito e soprattutto su ciò che ha amato. Tutto quello che ciascuno di noi può…
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La paga del soldato di William Faulkner

Si dice che a portare avanti una trama sia il conflitto, e, il più delle volte, il conflitto nasce da una inefficace comunicazione. La paga del soldato, opera d’esordio di William Faulkner, pubblicato negli Stati Uniti nel 1926, è un romanzo sul ritorno dalla guerra, e soprattutto sulle incomprensioni. Non può comunicare Donald Mahon, giovane aviatore, che sopravvive alla prima guerra mondiale per tornare a casa ferito nel corpo – sfregiato in viso, quasi cieco e con grandi difficoltà motorie – e nella mente – non ricorda nulla né comprende cosa gli succede intorno. Il padre di Donald, il reverendo Mahon, per poca competenza o troppo amore non è in grado di comprendere da subito che il figlio appena tornato non è lo stesso che è partito, e si augura che il matrimonio con la sua promessa sposa Ceciy possa fungere da cura. Ma la ragazza, alla vista delle ferite di Donald, si impressiona tanto da sentirsi male, e nel prosieguo dell’opera cambierà idea più volte sul fatto di sposare o meno il reduce. Per sua fortuna Donald non arriva da solo nel suo paese d’origine, ma è scortato da Joe Gilligan e Margaret Powers, che nell’incipit lo incontrano sul…
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Rayuela – Il gioco (e il giro) del mondo di Julio Cortázar

Rayuela è uno di quei romanzi di cui si possono dire tante cose senza parlare della trama. Quando, anni fa, un amico me lo consigliò, aggiungendo che l’opera poteva essere letta in vari modo, immaginai si riferisse alle possibili interpretazioni del testo, ma non era solo così, come si può scoprire nella pagina introduttiva scritta dallo stesso autore: A modo suo questo libro è molti libri, ma soprattutto è due libri. Il primo, lo si legge come abitualmente si leggono i libri, e finisce con il capitolo 56 e alla pagina ove tre evidentissimi asterischi equivalgono alla parola fine. Conseguentemente il lettore potrà prescindere senza rimorsi di coscienza da quel che segue. Il secondo, lo si legge cominciando dal capitolo 73 e seguendo l’ordine indicato a piè pagina d’ogni capitolo. In caso di confusione o poca memoria, basterà consultare la lista seguente…   La lista, che non riproduco interamente per ovvi motivi di spazio, suggerisce di iniziare dal capitolo 73, per poi passare a 1 e 2, quindi il 116, 3, 84, 4, 71, 5, 81 e così via in modo che il lettore viaggi tra le tre sezioni che compongono il libro: Dall’altra parte (cap. 1-36): a Parigi, Horacio…
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La caduta delle consonanti intervocaliche di Cristovão Tezza

Con La caduta delle consonanti intervocaliche il brasiliano Cristovão Tezza propone una dinamica classica della narrativa: un uomo in avanti con gli anni guarda indietro, a tutta la propria vita, cercando di interpretarla e di fatto raccontandocela. La particolarità è che il protagonista creato da Cristovão Tezza, il professore di filologia Heliseu da Motta e Silva, ormai pensionato, sta per ricevere un’onorificenza dall’università: Penso che una medaglia del genere andrebbe conferita a tutti, a tutto il mondo, indipendentemente da cosa si sia fatto nella vita, un po’ di altruismo, via, le onorificenze come opportunità, una cerimonia rapida, da regolamento dei conti, da pre-giudizio universale, per revisionare la propria vita in poche parole, quell’essenza che sempre ci manca, quel niente che, se ci arrivassimo, risolverebbe tutto con tranquillità. Insomma, le cose devono necessariamente avere un senso, altrimenti non esisterebbero, non credi? Vista l’occasione, dopo essersi svegliato (e aver cacciato il suo nemico, che potrebbe esseere il corpo che non risponde più come una volta, il tempo che scorre, la mente che tende a confondersi), Heliseu inizia a riflettere sul discorso da tenere di fronte agli ex-colleghi. I suoi pensieri vanno verso il corso di filologia, di cui nessun altro accademico voleva…
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Cortesie per gli ospiti di Ian McEwan

Molto prima di essere il titolo di un programma televisivo di intrattenimento, Cortesie per gli ospiti è un romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan pubblicato nel 1983. A dare forza all’opera è l’ambientazione, una città di mare in Italia (facile riconoscervi Venezia), quasi sempre cupa, rischiarata dal sole in pochissimi momenti antecedenti i picchi della tensione, e soprattutto la capacità di McEwan di scavare nei conflitti interni e esterni dei personaggi. Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d’acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo. Al mattino i barconi rugginosi e butterati, senza alcun carico o mezzo di propulsione visibile, non c’erano più; ricomparivano sul finire della giornata, e gli uomini dell’equipaggio si mettevano inspiegabilmente all’opera con martello e scalpello. Era allora, nel caldo rannuvolato del tardo pomeriggio, che i clienti cominciavano ad affluire sul pontone per mangiare un gelato seduti ai tavolini di metallo, e anche le loro voci riempivano l’oscurità della stanza, sollevandosi e abbassandosi in ondate di allegria e discordia, sommergendo i brevi silenzi tra un penetrante colpo di martello e l’altro.   Si…
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Edward Bunker tra galera, romanzi e Tarantino

Capita spesso che uno scrittore ringrazi la narrativa per avergli salvato la vita, ma difficilmente può essere più vero che nel caso di Edward Bunker. Bunker, nato in California nel dicembre del ’33 (e concepito, come lui stesso racconta, durante il terremoto dello stesso anno) non era un finto bad boy costruito ad arte per vendere. Bunker la prigione l’ha vissuta davvero, stabilendo il record di essere il primo diciassettenne detenuto nel famoso carcere di San Quintino, dove conosce Danny Trejo, oggi famoso attore caratterista di film hollywoodiani e pellicole indipendenti. Sia durante i periodi di detenzione, che durante quelli all’esterno, Bunker ha portato a termine diversi manoscritti, spedendoli a vari editori e ricevendo numerosi rifiuti. Alcuni di questi, però, erano accompagnati da suggerimenti e soprattutto dall’invito a continuare. Edward Bunker ha perseverato, ha riflettuto sui punti di forza e di debolezza della propria scrittura, ha finalmente pubblicato Cane mangia cane nel ’73. La vera svolta, per lui, è stata l’acquisto dei diritti cinematografici proprio di Cane mangia cane da parte di Dustin Hoffman (il film è poi uscito nel ’78 col titolo di Vigilato speciale). Finalmente fuori di galera, Bunker ha la possibilità di mantenersi scrivendo. Pubblica cinque romanzi,…
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I tanti inizi di Se una notte d’inverno un viaggiatore

Ci sono lettori, e scrittori, interessati solo da come una narrazione finisce; e ce ne sono altri affascinati soprattutto da come comincia, dall’incipit. Chi fa parte di questa seconda categoria non potrà non amare (se non ama di già) Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino (di cui abbiamo visto Le lezioni americane qui). Protagonista della vicenda narrata nella cornice è il Lettore, che potrebbe essere chiunque di noi, in procinto di iniziare a leggere il romanzo che ha appena acquistato. Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: <<No, non voglio vedere la televisione!>> Alza la voce, se no non ti sentono: <<Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!>> Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: <<Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!>> O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Di lì a poco ecco che il Lettore (e noi lettori con…
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Sull’orlo del precipizio con Antonio Manzini

Antonio Manzini, attore, sceneggiatore e romanziere – già autore della serie di Rocco Schiavone, interpretato nell’omonima serie tv da Marco Giallini – con Sull’orlo del precipizio compie una divertente distopia del mondo editoriale. Il protagonista, Giorgio Volpe, è uno scrittore pluripremiato, campione di vendite, amatissimo da pubblico e critica. Dopo due anni, sei mesi e tredici giorni, a cui si dovevano aggiungere l’ansia, la fatica, le notti insonni, i dolori alla cervicale, 862 pacchetti di sigarette, tre influenze, 30 rate di mutuo Volpe ha terminato il suo ultimo romanzo, Sull’orlo per precipizio. Nello stesso periodo, la Gozzi (per cui Volpe pubblica), la Bardi e la Malossi, le tre principali case editrici del Paese, si sono fuse dando vita al supercolosso Sigma. Giorgio Volpe, più stupito che preoccupato, si ritrova così sotto contratto con la Sigma. La prima novità è che dell’editing di Sull’orlo del precipizio non si occuperà la fidata Fiorella, mandata nel frattempo in pensione. La Sigma incarica Aldo e Sergej, che vestono come due bodyguard e hanno già portato a termine dei lavori per il nuovo gruppo. Aldo ha tradotto I promessi sposi in romanesco, per rendere l’opera del Manzoni più appetibile per il grande pubblico, Sergej ha…
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Le otto montagne di Paolo Cognetti

Leggendo Le otto montagne di Paolo Cognetti mi è spesso tornata in mente la canzone Giulio Cesare, di Antonello Venditti, per la frase e mio padre una montagna troppo alta da scalare. Il protagonista, e narratore, de Le otto montagne si chiama Pietro, e raccontandoci del suo rapporto con la montagna ci racconta – o meglio, in questo caso, si racconta, per capirlo meglio – il rapporto col proprio padre. Questo padre, Giovanni Guasti, è nato in montagna, si è spostato a Milano (dove Pietro è nato) ma non si è mai abituato alla città e alla gente, e appena può parte per la montagna. Non punta alle comode vette da mille o duemila metri preferite dalla moglie, la madre di Pietro; Giovanni Guasti punta ai Quattromila, le vette più difficili, più famose, quelle dei ghiacci perenni. A proposito del padre, Pietro ci dice una cosa che vale per ogni uomo, e soprattutto per ogni narratore. Avevo già imparato un fatto a cui mio padre non si era mai rassegnato, e cioè che è impossibile trasmettere a chi è rimasto a casa quel che si prova lassù. Pietro lassù inizia a salire presto. Comincia a affezionarsi alla montagna da bimbo,…
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